“Vorrei un soufflé alla cocaina”, la richiesta di un cliente a Gordon Ramsay
"Mi può fare un soufflé alla cocaina?". Questa è la assurda richiesta di un cliente all'inflessibile, burbero quanto bravissimo chef inglese Gordon Ramsay. A rivelarlo è proprio lui a Radio Times, nel corso di una intervista in cui gli viene chiesto la relazione tra ambiente del food e consumo di stupefacenti. Il cuoco di "Hell's Kitchen" ammette che nel ‘dietro le quinte' molti chef e aiuti per lavorare ad alti ritmi, si aiutano con la cocaina e altre droghe dall'effetto eccitante.
La reazione di Gordon Ramsay
Ma la notizia di certo più singolare è stata quella legata ad una cena di beneficenza alla quale stava partecipando come chef. Uno dei presenti entrò fino in cucina con l'obiettivo di chiedergli di cospargere della cocaina su un soufflé, mischiandolo così con lo zucchero a velo. Sulle prime, Ramsay finse di accettare ma decise di caramellare lo zucchero così da non far capire che non aveva aggiunto la droga. Uscì dal retro immediatamente dopo, senza salutare nessuno.
La cocaina è molto diffusa nella ristorazione
La cocaina nel mondo della cucina è un po' uno stereotipo di cui tutti sono a conoscenza, una droga che è grande protagonista in numerose autobiografie, su tutte "Kitchen Confidential" di Anthony Bourdain. Ramsay ha anche perso uno dei suoi capipartita, era il 2003, per un'overdose da cocaina.
Nella ristorazione l’uso della cocaina è molto diffuso. È il piccolo segreto del nostro mestiere. Uno dei miei commensali si portò un piatto nei bagni per poterlo usare come piano da cui sniffare cocaina. Nei miei ristoranti (sono in tutto più di 30, ndr) pretendo controlli minuziosi nelle toilette perché voglio verificare la presenza di droghe nascoste e di altro che possa ricondurre direttamente agli stupefacenti, dalle pipette ai piattini.
Dopo l'esperienza del "piattino", Gordon Ramsay ha accettato di girare un documentario dal titolo "Cocaine", raccontando proprio l'episodio in questione.