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‘Voglio fare a pugni con quel trans’, Luxuria contro la canzone di Irama: “Non passatela in radio”

Scontro a distanza tra Vladimir Luxuria e Irama a causa del testo della canzone Stanotte. Luxuria ha chiesto alle radio di non passare il brano in questione, bollandola con la parola transfobia per la frase “Voglio fare a pugni con quel trans”. Irama si era già espresso a riguardo, spiegando di non aver mai voluto minimamente colpire né il mondo omosessuale né quello trans.
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Voglio fare a pugni con quel trans” canta Irama nel brano “Stanotte”. In questo periodo ci mancava pure la canzone che incita alla violenza. Chiedo alle radio di non mandare in onda questo invito alla #transfobia, da Irama non me lo sarei aspettato" ha scritto Vladimir Luxuria su Twitter, scatenando le reazioni dei fan del cantante. "Ma finiamola che poi la canzone e l’album sono usciti a ottobre e ve ne accorgete solo adesso? dite che lo fate per gossip e basta, che poi ha detto QUEL quindi quella persona in particolare non UN" ha reagito un sostenitore dell'ex Amici, al quale Luxuria ha risposto: "Non ha detto “ho fatto a pugni” ma “voglio fare a pugni” esprime un desiderio: ve ne rendete conto? Oltre a darci del maschile: si dice UNA trans".

Ma Irama si era già espresso rispetto al testo della canzone Stanotte, in un'intervista al giornale Rolling Stones. Il cantante aveva spiegato che non si riteneva omofobo e che le sue intenzioni di certo non erano quelle di colpire il mondo omosessuale, né tanto meno quello trans. Le polemiche generate non hanno generato una sua reazione perché, a suo dire, si erano rivelate prive di qualsiasi fondamento:

Non sono omofobo. In quella canzone dico “Fare a pugni con quel trans”. Questa cosa ha scatenato una piccola polemica che mi fa molto sorridere. Ci sono uomini, ci sono donne, ci sono transessuali e trovo davvero ridicolo chi pensa che io sia omofobo. Non ho nulla a che vedere con l’omofobia. Anzi, è una cosa schifosa. Semplicemente ho litigato con quella persona e l’ho raccontato in un testo. A volte penso che le minoranze si sentano in dovere di accusarmi sul fatto che io sia omofobo, ma non lo sono affatto. E poi non ho detto “con un trans”, ma “con quel trans”. Non con una persona in generale, ma con quella persona. Mi sembra evidente che io stessi litigando con quella persona. E questo non ha nulla a che fare con l’omofobia. Io lancio un messaggio in italiano, poi se le persone non colgono la nostra lingua, non deve essere un mio problema. Non ho reagito e non ho risposto sui social perché non la trovo una critica intelligente.

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