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Vittorio Magazzù: “La vita promessa 3? Mi piacerebbe raccontare l’età matura di Alfredo Rizzo”

Vittorio Magazzù ha smesso i panni ‘du figghiu da mafiusa’ per indossare gli occhialetti di Alfredo Rizzo. Dopo il successo della fiction ‘Rosy Abate 2’, infatti, l’attore è attualmente su Rai1 nella miniserie ‘La vita promessa 2’. Intervistato da Fanpage.it, ha ripercorso l’evoluzione del suo personaggio e ha confidato che farebbe un’eventuale terza stagione.
A cura di Daniela Seclì
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Dopo il grande successo della fiction ‘Rosy Abate 2’, dove interpretava Leonardo Abate, Vittorio Magazzù ha smesso i panni “du figghiu da mafiusa” per indossare gli occhialetti di Alfredo Rizzo nella miniserie di Ricky Tognazzi ‘La vita promessa 2’. Intervistato da Fanpage.it, l’attore ha raccontato come si è evoluto il suo personaggio e ha dato una piccola anticipazione su ciò che vedremo nella fiction. Inoltre, ha svelato un aneddoto divertente avvenuto sul set e ha confidato che farebbe volentieri la terza stagione.

Come è stata questa seconda esperienza sul set de ‘La vita promessa’?

Ho trovato un cast molto più assortito. Oltre al gruppo proveniente dalla prima stagione, c’erano delle meravigliose new entry. Ci siamo trovati talmente bene che l'atmosfera era quasi familiare. Tra esperienze sul set e giochi tra attori, si entra in un rapporto molto più conviviale.

Come è cambiato Alfredo Rizzo rispetto alla prima stagione?

Per Alfredo sono passati tanti anni. Ricky Tognazzi mi ha chiesto di dargli una maturità diversa. Ho preso lo spirito di iniziativa e la voglia di crescere che Alfredo aveva nella prima stagione per creare un uomo più adulto, più maturo. Il ciclo di questo personaggio è di quasi dieci anni. Ho giocato su sfere emotive che maturando, cambiano.

In effetti, lo abbiamo visto crescere. È diventato l'uomo di casa…

E quanto è difficile diventarlo quando non hai più neanche le risorse economiche. Inizialmente, Alfredo prova quasi imbarazzo nel non riuscire a reggere la situazione, poi c'è la voglia di rivalsa quando il sindaco gli dà una possibilità.

Lo ritroviamo anche innamorato di Sharon. Nei confronti della ricca fidanzata, c’è una sorta di complesso di inferiorità, ma non si piange mai addosso.

No, lui non si piangerà mai addosso. E pur di non farlo, cadrà in errore. Ma questo è uno spoiler.

Non puoi anticiparci qualcosa?

Diciamo solo che cederà a una proposta non buona. Ma se ne renderà subito conto. Lui non è un personaggio cattivo. Anche in questo caso, continuerà a credere nelle sue capacità e nelle sue risorse. Alfredo è un personaggio che non molla mai.

Come giudichi il rapporto conflittuale che ha con il fratello Antonio?

Secondo Alfredo, l'etica non si tradisce. Vede in suo fratello quasi un traditore perché non rispetta i valori con cui sono stati cresciuti dai genitori. Tuttavia, tra loro c'è sempre un rapporto di fratellanza, anche nei litigi. Alfredo prova dispiacere verso il fratello, più che rabbia.

Hai mai pensato a come sarebbe stato per te, Vittorio, vivere negli anni '20 e '30 descritti nella fiction ‘La vita promessa'?

‘La vita promessa' mi ha dato modo di vivere un'epoca per me di grande meraviglia, quella degli anni '20. Un'epoca di ispirazione, a suo modo innovativa. È bello riuscire ad assaporare, seppure in un contesto di finzione, delle atmosfere che non potrei mai vivere. Se fossi vissuto negli Anni '30 sicuramente non lo avrei fatto come Alfredo (ride, ndr). Non credo che Vittorio sarebbe stato l'Alfredo di quei tempi. Poi chi lo sa, magari sarei entrato anch'io nel mondo del brokeraggio.

C'è un aneddoto accaduto sul set che ti è rimasto particolarmente impresso?

Una cosa divertente c'è stata. Stavamo girando la scena in cui si vede Alfredo in macchina con Carmela (è andata in onda nella prima puntata, ndr). Doveva vedersi chiaramente la guida maldestra di Carmela. Quella macchina era impossibile da guidare e Ricky voleva realizzare una sequenza frenata, spinta, frenata, spinta. Era difficile. Così, hanno chiamato uno stuntman che si è vestito da Carmela. Quindi io ho fatto una scena con quest'uomo vestito da Carmela nella macchina (ride, ndr). La cosa è passata inosservata, ma se uno mettesse pausa in quel frangente lo vedrebbe.

A proposito dei giorni sul set, è la seconda volta che lavori con Ricky Tognazzi e Simona Izzo.

Sì, Simona Izzo lavora molto di più sul sentimento, sull'emotività del personaggio. Ricky tiene il set in maniera eccelsa. Ha una visione chiara dell’obiettivo. In due stagioni è apparso evidente che non potremmo mai contrastare la sua idea sull'atmosfera che vuole percepire, perché ha già la visione del risultato finale.

Luisa Ranieri ha dichiarato che ritiene conclusa la vicenda di Carmela. Tu pensi che Alfredo abbia ancora qualcosa da dire in un'eventuale terza stagione?

Secondo me Alfredo è un personaggio che si può non concludere mai, come quello di Carmela. Però capisco il discorso di Luisa. Questa è una fiction che ha bisogno di linee chiare, che non si può buttare in caciara. Deve avere una sceneggiatura scritta bene, un percorso, una direzione. Però sì, sarebbe una bella sfida per me interpretare un Alfredo ancora più in là con gli anni, che può dimostrare veramente cosa significa essere un uomo di famiglia.

A questo link il commento di Vittorio Magazzù alla notizia che verrà realizzato il prequel di ‘Rosy Abate', intitolato ‘Rosy Abate – Le origini del male'.

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