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Vittorio Feltri: “Quella dei froci è una realtà e bisogna prenderne atto, facciano ciò che vogliono”

Il giornalista, celebre per le sue affermazioni politicamente scorrette, regala un’altra perla ospite del programma “Stasera Italia” durante il quale, parlando di diritti LGBT, esprime a modo suo un’opinione di apertura assoluta, ad un solo patto: “basta che non mi rompano i coglioni”.
A cura di Andrea Parrella
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Le parole sono importanti, dice un vecchio adagio e il discorso pare valere per Vittorio Feltri, il sempre fumantino direttore di Libero che puntualmente, ad ogni sua apparizione televisiva, riesce a fare notizia per affermazioni non proprio aderenti al concetto di politicamente corretto. L'ultima occasione è stata la sua partecipazione al programma Stasera Italia, su Rete4, in una puntata nella quale si parlava delle posizioni del nuovo governo sui temi della famiglia e delle unioni civili, dei diritti LGBT e delle parole discutibili in merito alla questione espresse dal neo ministro della Famiglia e della Disabilità Lorenzo Fontana. Vittorio Feltri dice la sua senza mezzi termini ed esprimendosi, a modo suo, in maniera inaspettatamente favorevole alla comunità LGBT:

Penso che il Ministro Fontana sbagli, perché quella dei fro*i è una realtà e bisogna prenderne atto

Prova a fermarlo e redarguirlo il conduttore, nel tentativo di invitarlo ad evitare terminologie eccessive, ma Feltri non accetta censure: "Ma sì, io li chiamo fro*i. Posso chiamarli ricchi**i, posso chiamarli buso*i. Io non li chiamo gay perché io parlo in italiano e non in inglese! Quindi chiamali come cacchio vuoi, per me sono fro*i. "Omosessuali" è un termine medico che io evito. Parlo il linguaggio della gente, quindi non rompetemi le palle anche sul linguaggio. Parlo come voglio!Io voglio che i fro*i facciano quello che vogliono, basta che non mi rompano i cogl**ni".

Ad aggiungersi agli argomenti di discussione la coincidenza della giornata del Gay Pride celebrato nella capitale. In tal proposito Feltri chiosa: "Quando vanno in piazza a fare queste sceneggiate, a me non importa niente, gliele lascio fare molto volentieri. Però io queste cose le catalogo alla voce folklore, cioè cose anche di cattivo gusto, basta vedere anche come si vestono… Ma facciano quello che vogliono: a me non me ne frega un ca**o dei fro*i".

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