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Vittorio Brumotti dopo l’aggressione attacca la ‘ndrangheta: “Sono loro che fanno girare la droga”

Vittorio Brumotti attacca la ‘ndrangheta, l’organizzazione criminale italiana calabrese, responsabile secondo l’inviato di Striscia dello spaccio nella zona in questione: “Controlla il 90% del mercato della coca. Quando mi sono venuti addosso non ho visto dei piccoli spacciatori, ho visto la ’ndrangheta”.
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Vittorio Brumotti è stato oggetto dell'ennesima aggressione durante uno dei suoi tipici servizi per Striscia la Notizia. Si trovava in zona Porta Venezia, a Milano, dove stava documentando lo spaccio di droga alla luce del sole quando ha subito l'aggressione degli spacciatori. Colpito al volto in modo violento, Vittorio Brumotti ha dichiarato di essere svenuto per qualche secondo. Prima dell'aggressione vera e propria, avevano cominciato a lanciargli contro pietre e bottiglie. Trasportato all'ospedale Niguarda, Brumotti è stato poi dimesso.

La reazione di Vittorio Brumotti

Vittorio Brumotti attacca la ‘ndrangheta, l'organizzazione criminale italiana calabrese, responsabile secondo l'inviato di Striscia dello spaccio nella zona in questione.

Per rigenerarmi sono tornato sul luogo del misfatto con la mia mascella mezza distrutta: è il mio modo per superare il trauma. Poi sono andato a villa Necchi, una delle meraviglie del Fai, a rifarmi gli occhi, per riempirli di cose belle. Mi hanno colpito al volto in modo violento con il bastone della mia go pro, una botta fortissima. Sono svenuto per qualche secondo, ora ho lividi qua e là. C’erano tanti ragazzi di colore. Ma non sopporto le generalizzazioni. Sono di colore anche i tanti ragazzi che ci hanno portato il cibo a casa con Glovo per soddisfare i nostri vizi. La colpa dello spaccio è degli italiani: sono loro i primi consumatori di droga, spesso padri di famiglia che vanno a comprare cocaina per il loro sballo. E italiano è il business: la ’ndrangheta controlla il 90% del mercato della coca. Quando mi sono venuti addosso non ho visto dei piccoli spacciatori, ho visto la ’ndrangheta.

Il padre è un ex carabiniere

Nel racconto a Renato Franco, Vittorio Brumotti racconta di suo padre ex carabiniere e di come abbiamo imparato sin da subito "il senso delle regole". Spiega: "Molti pensano sia un esaltato o un incosciente, ma anche se non andassi in onda farei questo tipo di lavoro". 

Mio papà è un ex carabiniere, mio zio era un generale dei carabinieri. Il senso delle regole ce l’ho nel sangue. Molti pensano sia un esaltato o un incosciente, ma anche se non andassi in onda farei questo lavoro. Non lo faccio per apparire e non lo faccio nemmeno per soldi. Quello che guadagno dal programma lo reinvesto per fare sempre ricerche sul territorio. Mi hanno minacciato di morte in tutti i modi, ma non mi fermo perché se no hanno vinto loro. Il mio obiettivo è risvegliare le coscienze, il mio motto è andare a riprendersi il territorio dove comandano le mafie. Le mafie vanno ridicolizzate e Striscia ha trovato la chiave ironica giusta, con questo personaggio che va in bicicletta nei luoghi dello spaccio. Vado a saltellare davanti a loro e li rendo ridicoli.

Vittorio Brumotti candidato per l'Ambrogino d'oro

Vittorio Brumotti è stato candidato a furor di popolo per l'Ambrogino d'oro, il massimo riconoscimento per un cittadino milanese. Su Instagram, l'inviato ringrazia e rassicura sulle sue condizioni. Al tempo stesso precisa: "L'Ambrogino lo meritano gli infermieri e i medici che hanno tanto lavorato in questo periodo". 

Un sacco di messaggi solidali e vi ringrazio tutti. Ringrazio gli operatori sanitari del Niguarda, ne avrò per un po' ma tornerò in bolla. Riguardo l'Ambrogino d'oro, è stata fatta la mia candidatura ma ci terrei che fossero premiati solo infermieri e dottori quest'anno per quello che hanno fatto.

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