Vieni via con me, Saviano vs Maroni: le mafie puntano sul federalismo
Ogni puntata di Vieni via con me porta con sè una coda di polemiche che si spegne solo con la messa in onda della nuova puntata.
Il suo intervento sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta al Nord sta ancora raccogliendo consensi e opposizioni da parte di politici, giornali e opinione pubblica.
Il più forte oppositore di questi giorni è il ministro dell'Interno Roberto Maroni che a Matrix risponde a Saviano dicendo: "L'infiltrazione della criminalità organizzata nelle regioni del Nord è una realtà purtroppo evidente. Lo penso e l'ho sempre sostenuto. Non c'è contrapposizione con la relazione della Dia, che ho firmato e inviato al Parlamento".
Saviano quindi ha deciso di rispondere al ministro dalle pagine dell'Espresso che sarà in edicola domani e dice: "Sì, la ‘ndrangheta corteggia la Lega. E investe in Lombardia. Ma c'è un fenomeno più inquietante di cui dovrebbe occuparsi Maroni: le mafie puntano su un'Italia divisa".
Ma il giornalista ricevo l'appoggio di Di Pietro che afferma: "La penso come Saviano, Maroni quereli anche me. Io non accetto che un giornalista con il coraggio di affermare verità scomode sia censurato e minacciato dal titolare del Viminale, che dovrebbe solo ringraziarlo, e andare a perseguire quei criminali che Saviano denuncia".
Di Pietro raccoglie le firme su Facebook per sostenere il giornalista e ha già raccolto in poche ore quasi undicimila adesioni.
Ma c'è anche chi organizza una campagna contro Saviano. E' il caso del Giornale che accusa Saviano di dare "del mafioso al Nord". Vittorio Feltri nel suo editoriale scrive: "L'autore di Gomorra con toni ispirati da guru, fra un sospiro e un pianto dice che la criminalità terrona ha sfondato la linea del Po e prossimamente sfonderà anche quella del Piave. Prepariamoci a pagare il pizzo e a sostituire nelle comunicazioni gli sms con i pizzini, a convivere con il picciotto e il mammasanitssima, con l'ominicchio e il quaquaraqua".
Feltri conclude dicendo: "Si calmi signor Gomorra, Sondrio non è Casoria. Como non è Torre Annunziata. Brescia non è Corleone. Il Nord ha le sue grane e se le gratta. Lei si gratti le sue e non si illuda di potersi sentire meglio dicendo male di chi paga il conto per tutti, anche per i mafiosi e per quelli che li tollerano, rendendosi di fatto loro complici".
Ad appoggiare Saviano c'è anche FareFuturo che presenta una listra del motivi per cui loro stanno con Saviano. "Perché parla di legalità; perché ha squarciato un velo; perché cita fatti, prima che opinioni; perché vuole spegnere la macchina del fango; perché non la usa contro i suoi avversari; perché si indigna; perché è contro il silenzio; perché racconta realtà e non fantasie; perché è uno vero; perché non mette bavagli, ma puntini sulle i; perché si emoziona; perché prima di parlare di mafie, le ha studiate e le ha capite; perché, nonostante tutto, è andato in onda; perché avrebbe potuto non fare tutto questo, ma l'ha fatto; perché "non bisogna star zitti"; perché non è un parolaio; perché non fa il pifferaio; perché fa nove milioni di share e tanta qualità; perché non ha conflitti di interessi; perché ci mette la faccia e la vita".
Fino a lunedì ci sarà ancora molto da parlare delle trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano Vieni via con me.
Lazzaro Langellotti