Vieni Via Con Me: Saviano racconta di Mina e Piero Welby e dell’eutanasia
Vieni Via Con Me: Roberto Saviano racconta una storia d’amore, o meglio quella che lui a giusta ragione definisce una bellissima storia d’amore… e parla dell’eutanasia (di cui ricordiamo anche lo spot pro-eutanasia). Siamo nell’anno 1973, una ragazza di nome Mina, altoatesina, va in gita scolastica a Roma, solo che ad un tratto perde la sua classe, e le sue insegnanti; sa solo che si trova a Campo dei Fiori, e deve arrivare a Piazza Venezia per ritrovare la sua classe, ma non sa proprio quale strada prendere. Quindi, Mina, chiede indicazioni ad un signore, questo signore è Pietro Welby, il quale si offre direttamente di accompagnarla fino a Piazza Venezia; durante il tragitto i due parlano di tutto ciò che si può parlare in poco tempo, e scoprono un’elevatissima complicità, Mina però, nota anche che Piero zoppica… Arrivati a Piazza Venezia, i due si scambiano i numeri di telefono, poi lei parte, torna a casa.
Ma Mina e Piero si continuano a sentire, e un bel giorno lei torna a Roma, torna a Roma per restare con Piero, infatti rimane a vivere nella capitale. Una sera accade che durante una cena di famiglia, la mamma di Piero chiede ai due ragazzi se nelle loro intenzioni c’era il matrimonio; i due non rispondono, non sanno cosa dire. Poi quando Mina rimane da sola con Pietro, gli chiede spiegazioni riguardo il suo silenzio, quando la mamma ha parlato di matrimonio. Piero risponde che lui non vuole sposarla, perché vuole che lei sia libera di andarsene quando il suo corpo si immobilizzerà; Piero ha la distrofia muscolare, lei gli risponde “Ma chi ha paura del futuro non vive il presente; poi si vede intanto sposiamoci, è giusto così”.
Piero il giorno del matrimonio arriva in carrozzina, ma di lì insieme a Mina inizia a vivere una vita bellissima; già perché Mina e Piero, trasformano ogni disavventura e difficoltà, in un’occasione per reinventarsi la vita. Ad esempio Piero non può più andare a caccia, uno sport che ama, allora Mina lo porta a pescare, imparano a pescare insieme…. E questo è solo un esempio dei tanti. Un giorno Piero chiede a Mina di promettergli, che quando arriverà la crisi respiratoria, (perché la distrofia blocca ogni muscolo, quindi anche la trachea), di non chiamare l’ambulanza. Ma quel giorno arriva e Mina non ce la fa a non chiamare l’ambulanza, piero quindi viene attaccato ad un respiratore, e vive così… Mina a quel punto, visto che piero non può più uscire, decide di essere lei a portare la natura in casa, e così ancora una volta i due riescono a reinventarsi una vita, un modo di vivere.
Ma ad un bel momento, Piero capisce che proprio non ce la fa più, è diventato un tronco umano, lui non chiede di morire, lui non vorrebbe assolutamente morire, ma non vuole nemmeno vivere, anzi sopravvivere attaccato a dei tubi, quella non è più vita, Piero è ormai immobile… Allora intraprende la sua lotta contro l’accanimento terapeutico, perché è questo che Piero non tollera l’accanimento… Scrive una lettera a Napolitano, e fa appelli in tv… Piero vuole avere la possibilità di scegliere, e vuole creare per tutti una possibilità di scelta nel diritto. Un medico che ascolta uno dei suoi appelli, viene colpito dalla storia, e telefona a casa Welby per fissare un appuntamento. Arriva quel giorno, prima che arrivi il medico, Piero chiede a Mina: “Ma tu sei stata felice?” e lei risponde cheha vissuto la migliore delle vite possibili…
Arriva il medico, e Piero finalmente è libero… Dopo il racconto della storia di Piero e Mina Welby, fatto da Roberto Saviano; arriva in studio come ospite proprio Mina Guelbi, che parlando con Fabio Fazio dice che ha portato con sé l’elenco delle parole dette da Piero Welby, nel suo ultimo giorno di vita. Infine Roberto Saviano ci spiega che Piero Welby, un uomo giusto è cattolico, non ha potuto avere un funerale cattolico in chiesa, già perché la Chiesa di San Giovani Bosco si è rifiutata. Saviano però ricorda che un boss della Magliana, invece ha avuto un funerale cattolico, ed è sepolto nella Basilica di Roma.