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Vespa e i problemi di pronuncia: i “Bitels” a Porta a Porta

La serata dedicata ai cinquant’anni dalla nascita dei Beatles sa di tappabuchi, tra il conduttore in affanno con le pronunce e le “star” di Ti lascio una canzone a esibirsi nei medley dei Fab Four: ci stiamo ancora chiedendo il perché.
A cura di Andrea Parrella
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Sono quelle di ieri serate che rendono lieta l'idea che finiranno. In una giornata politicamente intensa, in cui la scure governativa si abbatte nuovamente sulle nostre teste con l'approvazione in nottata della legge di stabilità, Porta a Porta ci delizia con una puntata da capogiro sul cinquantenario dei Beatles, che ci prenderemo la licenza poetica di chiamare Bitels, come ha fatto Vespa per tutta la sera, per la breve durata di questo articolo. L'anteprima dice tutto, ospiti Catherine Spaak, Peppino Di Capri a rimembrare quando suonò la stessa sera dei Fab Four ed Edoardo Vianello, a manifestare la sua poca simpatia per i quattro di Liverpool che limitarono il suo successo discografico in ascesa (risvolti nell'indagine sul mandante dell'assassinio Lennon).

La presenza in studio di Marino Bartoletti, Dario Salvatori, Paolo Limiti e Antonio Caprarica, tampona un po' l'indeterminatezza di una trasmissione che dai Bitels pretende di spaziare alla lettura speculare degli anni '60 dalle nostre parti, parlare, tra gli altri casi, della morte di Enrico Mattei, mostrarci le imitazioni di Noschese: un notevole pout pourri. Che sarebbe plausibile se si arrestasse qui, cosa che non fa. Infatti la fila di sedie alla destra di Bruno Vespa non viene mai inquadrata con insistenza, probabilmente per senso della decenza o chissà cosa. Ci sono seduti i poveri bambini del reality show Ti lascio una canzone, che si è avuta la geniale idea di portare in trasmissione per uno speciale a loro pienamente affine: ogni tanto vengono chiamati ad alzarsi per recarsi al piano ed accennare qualche pezzo noto a tutti tranne che a loro, giustamente (ben altri palcoscenici meritava l'imprevedibile e inatteso finale con Hey Jude).

Aldilà della contestazione per una trasmissione che ieri avrebbe dovuto/potuto parlare d'altro, la curiosità più invadente ci farebbe lanciare nel tentativo di ipotizzare quanto tempo possano impiegare quelli di Porta a Porta per pensare ed organizzare una puntata tappabuchi come questa. Ma soprattutto: chi si assumerà la responsabilità di dire a Vespa che la pronuncia più corretta del nome del gruppo non sarebbe quella di cui ha fatto sfoggio per tutta la sera? Ricorda un po' Marzullo, quando qualche mese fa, nominando nel suo Cinematografo l'ultimo film di Woody Allen, non poté fare a meno di esibirsi ripetutamente in uno splendido "tu Ròm uait lov" (To Rome with love, ndr) .

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