Veronica Berti, moglie di Bocelli: “Sono gelosa, Andrea è appassionato di belle donne”
Andrea Bocelli e la moglie Veronica Berti sono stati ospiti di “Domenica Live”, la trasmissione domenicale condotta da Barbara D’Urso. Insieme da 15 anni, i due hanno raccontato divertiti il loro primo incontro, ripercorrendo il momento in cui si sono innamorati. Veronica, vicepresidente della Fondazione Andrea Bocelli, è la persona che meglio conosce al mondo il tenore italiano. Lo conobbe quando aveva solo 21 anni. Lui ne aveva già compiuti 44:
Avevo poco più di 20 anni quando l’ho conosciuto. Ci siamo incontrati nel corso di una festa alla quale nessuno di noi avrebbe voluto partecipare. È stato il destino a spingermi a partecipare. Lui ha una predisposizione notevole verso il mondo femminile, diciamo che il genere gli interessa parecchio. Se ha pensato che ero la donna della sua vita appena mi ha stretto la mano? Non credo. Penso avesse solo stabilito già in quel momento che gli piacevo.
Anche Bocelli ripercorre quel momento con la memoria:
All’inizio Veronica sembrava molto aperta, poi è diventata la classica donna italiana gelosissima. Pratica un concetto: quello che gli uomini non vanno mai lasciati da soli. Quando l’ho incontrato quella prima volta, ci siamo stretti la mano e lei mi ha detto: “È un onore conoscerla maestro”. Io, che già avevo cominciato ad apprezzarla, le risposi: “Dammi del tu, abbiamo la stessa età”. Lei rise perché aveva 21 anni, io già 44. In quell’istante è nato l’amore e non ci siamo più lasciati.
Bocelli: “Ho chiamato mia figlia Virginia, è una speranza”
Bocelli è innamorato della moglie Veronica, nonostante la passione mai taciuta nei confronti delle belle donne. Sarebbe rimasto sconvolto, però, quando ha appreso che la sua terza figlia sarebbe stata una bambina:
Quando ho saputo che mi figlia era una femmina, ho fatto 48 ore di silenzio. Fu uno shock perché già mi immaginavo il giorno in cui sarebbe arrivata a casa con il suo primo fidanzato. Le ho dato un nome che è tutto un programma: Virginia, che deriva dal latino “virgo”.
“Uno deve anche vivere di speranze” ha concluso il tenore, ridendo dei suoi stessi timori.