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Valter Lavitola da latitante a evento tv su La7: i video dell’intervista

Il direttore dell’Avanti! intervistato a Bersaglio Mobile da Mentana e giornalisti come Travaglio e Formigli: la tv sostituisce le aule di tribunale e dispensa le sue verità.
A cura di Marianna D Onghia
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lavitola a bersaglio mobile del 28 sett 2011

Il latitante per la magistratura, Valter Lavitola, non si è mostrato altrettanto per la tv: in diretta da Panama, nido d'evasione dall'Italia, l'ex giornalista è stato al centro del primo appuntamento con Bersaglio mobile, il nuovo talk di Enrico Mentana, su La7. Dopo la sua difesa personale, alla quale è stato richiamato dal conduttore stesso, circa il suo coinvolgimento nell'inchiesta Tarantini e i suoi rapporti con Berlusconi, l'imprenditore barese e la moglie Nicla, la palla è passata ai giustizieri dell'informazione Marco Travaglio,  Corrado Formigli, Carlo Bonini di Repubblica e Marco Lillo de Il fatto quotidiano. I giornalisti, presenti in studio o collegati dalle rispettive sedi lavorative, hanno cercato di estrapolare da Lavitola chiarimenti o rivelazioni sul caso Tarantini, volendo chiarire in primis le vicende e i punti chiavi dell'inchiesta e cercando di inquadrare il ruolo del direttore dell'Avanti! nel caso.

Un udienza mediatica, oseremmo dire, con l'interrogazione dell'indagato dinanzi al pubblico e agli interessati,  una schiera di "avvocati" giornalisti dalla parte dell'accusa e il solo Lavitola a rappresentare la sua difesa. Un processo a (quasi) tutti gli effetti, nonostante l'ex giornalista allontani l'idea di un giudizio nei suoi confronti emanato dopo una sorta di udienza in tv. Dovrebbe essere il Tribunale di Bari, che ha ora in mano le redini del caso, a prosciogliere la sentenza del caso Tarantini, che vede ora l'imprenditore barese vittima di Berlusconi e Lavitola. Quest'ultimo rifugge il tribunale italiano, ma alla fiera dell'incoerenza agita dinanzi alla telecamera la prova che lo scagionerebbe: un'intercettazione inedita, che proverebbe il suo ruolo di intermediario tra Berlusconi e Tarantini e non di doppiogiochista nei rapporti con gli altri due poli del caso.

Bersaglio mobile diventa così quasi un Quarto Grado della politica italiana: l'imputato mediatico esplica le sue ragioni, spiattella le sue personali considerazioni, si difende dalle accuse, sottolinea i punti chiavi della sua difesa, porta in tv le prove della sua innocenza. La tv diventa un tribunale sostitutivo, procede sul filone d'inchiesta giudiziario, ne chiarifica i concetti e ne amplia la consistenza, rivelando particolari utili ai fini dell'indagine. Il piccolo schermo è diventato il contenitore privilegiato per rifuggere dalle aule di tribunali, per evitare gli occhi scrutatori e imperturbabili di giudici e avvocati, per risparmiarsi i commenti e i borbottamenti del pubblico in sala: la tv può veicolare le ragioni umane, dal piccolo schermo si può far leva sull'emozione del telespettatore, sulle sue fragilità, si può girare la frittata o anche cucinarla, si può essere un giorno orchi e l'altro angeli, il tutto a ritmi frenetici, rapidi, ma con esiti mai inappellabili o definitivi.

E' così che Lavitola risponde alle domande dei giornalisti in studio o in collegamento, dalla poltrona comoda, di casa sua, domina la situazione: certo, non si può evitare di sottolineare il suo atteggiamento reverenziale nei confronti dei presenti, come il "lei" a Mentana e gli attestati di stima verso Travaglio. Resta il fatto che la sua posizione geografica, lontana dall'Italia e dallo scandalo, lo sottrae al ritmo incalzante delle domande, la voce che a Panama arriva in differita gli permette di costruire la sua difesa, di pesare le parole e dire la sua verità, per quanto possa essere contraddittoria: ha in mano la possibilità di mostrarsi sereno dinanzi alle accuse e di scegliere quale percorso intraprendere per liberarsi da pericolosi accostamenti o dichiarazioni scottanti.

“ Uno scapestrato, ma non criminale: sperperava insieme alla moglie Nicla, un pò fesso. ”
Lavitola parlando di Tarantini
 Risponde in maniera confidenziale a Travaglio e Mentana sulla sua iscrizione alla massoneria, raccontando i trascorsi adolescenziali, le letture che lo portarono a intraprendere tale scelta politica e il graduale abbandono del movimento. Gioca poi sull'unica espressione, a suo dire, che potrebbe coinvolgerlo nel presunto patteggiamento legato alla questione, ma giustifica ogni altra frase presunta ricattatoria poichè relazionata a particolari contesti di conversazione.

Parla di Tarantini come di "Uno scapestrato, ma non criminale: sperperava insieme alla moglie Nicla, un pò fesso", quasi a voler prendere le distanze dall'ex imputato del caso in questione, confermandosi sempre come intermediario o benefattore, anche a costo di ammettere possibili mancanze del premier o gravi ingenuità di Tarantini.

Nonostante Mentana e Travaglio dubitino fortemente delle maggiori possibilità economiche di Lavitola rispetto al Presidente del Consiglio, l'imputato non mostra alle telecamere cedimenti, se non eccessiva deglutizione: la telecamera è il suo scudo, la risata la sua maschera. Il vincitore del dibattito, nonostante incongruenze ed incoerenza, sembrerebbe essere Valter Lavitola, che ha tenuto testa al confronto, senza nascondere il terrore verso la magistratura, ma rispondendo alle domande circa il suo lavoro, difendendo il suo ruolo e giudicando Tarantini da posizione privilegiata: "sto facendo in modo di non fare la fine di Tarantini".

E' la rappresentazione più chiara del rovescio della medaglia: l'ex accusato è diventato ora vittima, l'attuale imputato fugge al giudizio e si compiace della sua furbizia. La tv diventa teatro di un assurdo gioco delle parti, che si evolve al passo dei neutrini (per coniare un espressione al passo con il progresso scientifico). Enrico Mentana tiene sapientemente le redini del suo talk, non si risparmia, media gli interventi, interroga Lavitola, fa informazione, fa il giornalista, ricerca la verità, ma la palla è in mano a Lavitola, è lui il protagonista. Un imputato che diventa protagonista, se non nella realtà di sicuro in tv.

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