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Valentina Pitzalis sfregiata dal cherosene: “Oggi mi considero più un monito che un esempio”

Valentina Pitzalis è la giovane donna rimasta vittima di un tentato femminicidio da parte dell’ex marito, nel 2011 che le ha sfregiato il viso e il corpo con il cherosene e le ha dato fuoco. Valentina è stata ospite di Silvia Toffanin nel salotto di Verissimo nella puntata in onda sabato 21 novembre e ha raccontato il suo dramma: “Difficile guardarsi allo specchio e non riconoscere la propria immagine, ma quello che mi fa più male è stato perdere l’autosufficienza”.
A cura di Giulia Turco
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Valentina Pitzalis è la giovane sarda rimasta vittima di un tentato femminicidio da parte dell'ex marito Manuel Piredda, che ha perso la vita a sua volta nel tentativo di darle fuoco. Valentina è stata ospite di Silvia Toffanin nel salotto di Verissimo per raccontare la sua drammatica esperienza, dalla quale oggi è riuscita a trarre una nuova felicità e una nuova vita.

Valentina Pitzalis racconta la violenza

"È stata una violenza atroce, con una modalità crudele, da parte della persona che diceva di amarmi". Inizia così il racconto doloroso di Valentina Pitzalis che si mette a nudo nel salotto di Verissimo per ripercorrere ancora una volta quei momenti dolorosi che fanno parte del suo passato. "È difficile sopravvivere guardandosi allo specchio senza riconoscere la propria immagine. Ma quello che mi fa più male è stato perdere l'autosufficienza". Dopo il tragico episodio Valentina ha infatti perso completamente la mano sinistra e ad oggi è considerata al centro per cento invalida.

La nuova vita di Valentina Pitzalis

Sono passati 9 anni dal tragico dramma che le ha segnato la vita. "Ero una persona intraprendente, ero partita dalla Sardegna per lavorare fuori, avevo uno spirito libero. A 27 anni mi trovo con una vita stravolta, un matrimonio andato nel peggiore dei modi, senza che io avessi gli strumenti per rendermene conto". Oggi Valentina è riuscita a ritrovare il sorriso: "Mi considero un monito più che un esempio, perché ho avuto la fortuna di sopravvivere". Anche se emotivamente, a volte, è ancora molto difficile: "Mi sono dovuta scontrare contro il pregiudizio, i bambini spesso coprivano gli occhi ai bambini per non farli spaventati, ma niente potrà togliermi il sorriso". 

La storia di Valentina, sfregiata col cherosene

Era il 17 aprile del 2011, quando Valentina si è svegliata in un letto di ospedale con il volto sfigurato, una mano amputata e l'altra gravemente danneggiata dalle fiamme, come del resto gran parte del resto del corpo. Poco prima, quel giorno, l'incontro con suo marito, ormai ex anche se sulla carta i due erano ancora sposati. Lui soffriva di una gelosia morbosa e assumeva psicofarmaci da tempo. Lei lo aveva lasciato ed era tornata a casa dalla famiglia: "Ci eravamo lasciati da poco. Mi telefonò con una scusa, aveva bisogno di un documento. Glielo portai a casa, poi un saluto. Mi stavo dirigendo verso la porta d’ingresso quando lui mi chiamò. Io mi voltai e lo vidi gettarmi addosso un liquido. Per reazione portai le mani al volto, un istintivo gesto di autodifesa. Forse, per questo mi sono salvata”.

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