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Valahd, Drogòn: quando Game Of Thrones ci fa piangere d’amore

L’episodio 5×09 preludio ideale per un finale di stagione che si preannuncia scoppiettante. Un episodio che ci lascia con gli occhi lucidi e con una botta di adrenalina, aggrappati al nostro divano per la paura di cadere dal dorso spigoloso di un drago fantastico.
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ATTENZIONE: questo contenuto potrebbe contenere spoiler, pur limitandosi per quanto possibile. Chi non ancora visto il nono episodio della quinta stagione, prosegue la lettura a suo rischio. 

"Valahd", vola. Che deliziosa parola pronunciata da una ormai perfetta Emilia Clarke, che porta Daenerys Targaryen a vette emozionali mai raggiunte prima. L'episodio 5×09 di "Game of Thrones" chiamato "The Dance of Dragons" è il preludio ideale al finale di una stagione che, anche quest'anno, ha raggiunto numeri altissimi in termini di ascolti, collezionando recensioni positive a dispetto delle critiche, arrivate soprattutto da quanti hanno già letto tutta la saga di George R.R. Martin. È un episodio dove si piange d'amore, duro e spietato per una morte tristissima, quella della principessa Shireen, forse la dipartita più brutale per l'innocenza che la figlia di un sempre più cupo e cieco Stannis Baratheon, ha sempre rappresentato nel percorso narrativo. Una morte figlia di una decisione fondamentale: la piccola viene offerta in sacrificio al Signore della luce, per permettere la sopravvivenza del gruppo di Re Stannis. Le urla di Shireen penetrano nella mente dello spettatori, così come lo sguardo di ghiaccio di Melisandre, ai nostri occhi Stannis è sempre più un patetico burattino nelle mani della "rossa" mentre arriva troppo tardi la prima reazione umana di Lady Selyse, che aveva sempre trattato sua figlia come un mostro e un fallimento ed ora strazia nel vederla bruciare.

Dopo una scena così crudele, da spettatore si rischia di capitolare definitivamente nella sequenza finale: i Grandi Giochi di Meereen. La competizione tra gladiatori-schiavi si rivela essere l'ennesimo e forse definitivo attacco dei "figli dell'Arpia" all'indirizzo di Daenerys e del suo sogno di regno libero. Eravamo stati portati a credere che Hizdahr zo Loraq, marito di convenienza di Daenerys, fosse tra i responsabili degli attacchi dei "figli dell'Arpia" ed invece proprio lui è stato ucciso senza pietà dal popolo in rivolta. Ritorna Ser Jorah al fianco della sua Khaalesi, Daario, Tyrion e Missandei e gli ultimi Immacolati a guardia della Regina, in inferiorità numerica al centro dell'arena. Sembra tutto finito, poi le fiamme e un ruggito: è Drogòn.

Il drago ribelle arriva a protezione di sua madre, affogando la rivolta tra le fiamme. Poi lo sguardo di Daenerys, un sorriso, una carezza prima di salire sul suo dorso ed il suono dolce di quella parola, "Valahd" nella splendida lingua inventata da David Peterson. Khaleesi vola, si riprende ciò che suo, si riprende Drogòn e mette a segno la sua prima vittoria in una quinta stagione che l'ha vista sempre subire. Noi restiamo lì, aggrappati senza fiato al nostro divano per la paura di cadere perché sembra quasi di essere lì, sul dorso spigoloso di quel fantastico drago nero.

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