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Urbano Cairo: “Crozza sarebbe rimasto con noi, aldilà di Brunetta”

Il patron di La7 fa il punto dell’inizio di stagione della rete, sottolineando i progressi, sia in termini di ascolti che di conti e rivelando un particolare sull’affaire Crozza-Brunetta.
A cura di Andrea Parrella
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Urbano Cairo, patron di La7 subentrato da qualche mese alla proprietà Telecom, ha rilasciato una breve intervista al Corsera, nella quale ha fatto un punto della situazione generale della rete, a due mesi dall'inizio della stagione e con i cambi e innesti sostanziali che la rete ha apportato di recente. Si concentra su una crescita sostanziale che avanza a vista d'occhio, a dispetto delle impressioni e soprattutto della mole di investimenti, essendo La7 una rete televisiva che ha chiaramente cominciato la stagione nel segno della spending review ed una generale razionalizzazione delle uscite. Si parla delle uscite, ridotte in maniera considerevole, senza aver perso le punte di diamante dell'azienda: "L’azienda perdeva 96 milioni l’anno, ma siamo riusciti a metter sotto controllo i costi e al contempo a mantenere i programmi di qualità: Santoro, Gruber, Mentana, Formigli, Crozza".

Sono proprio i due programmi "nuovi" il cruccio principale dell'azienda, a causa degli ascolti piuttosto bassi di inizio stagione, anche se Cairo sostiene che "La Gabbia" e "Linea Gialla" siano in netta ripresa. Inevitabile era affrontare soprattutto l'argomento relativo a Maurizio Crozza, il cui passaggio in Rai, un mese fa, pareva cosa fatta e definitiva, ma che invece non si è concretizzato, apparentemente a causa dell'intervento di Brunetta nel merito dei costi interni alla Rai. Ecco che Cairo spiazza tutti affermando che sarebbe andata comunque allo stesso modo, avendo La7 raggiunto un accordo con il manager del comico genovese, già da due settimane. Se molti si chiedono della riduzione progressiva di serie tv e film sull'ex rete Telecom, il patron risponde infine: "Abbiamo ridotto gli investimenti che producevano pochi ascolti e abbiamo cambiato il palinsesto in quelle parti in cui i programmi funzionavano meno pur avendo costi significativi. E i risultati di ottobre ci danno ancora più in crescita".

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