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Un grande Benigni per lo spettacolo della Costituzione dei sì

Il comico toscano si esibisce in un’illustrazione guidata dei primi dodici punti del nostro codice legislativo. Non manca l’ironia sull’attualità, l’inevitabile citazione di Berlusconi, poi la lega ed anche Grillo.
A cura di Andrea Parrella
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Benigni ha aperto il suo show su Rai1 La più bella del mondo, sul tema della costituzione così come ci si aspettava, affrontando l'attualità, affrontando il suo argomento prediletto, siccome si conferma uno dei pochi in grado di saper ironizzare su Berlusconi senza cadere nella retorica. Il comico toscano comincia stranamente dai ringraziamenti, ma è il pretesto per una gag. Napolitano gli dice di ringraziare il papa, che lo rimanda al Signore, che lo rimanda a qualcuno addirittura al di sopra di lui: il "grazie Silvio" è lapalissiano. Quindi poi, nell'ambito del paradosso, evoca le assurdità della quali l'ex premier si starebbe rendendo protagonista (“Bersani ha detto: ‘Se si ripresenta Berlusconi, renderà il mio lavoro più facile’. Sapessi il mio!”), ricalcando l'impostazione della maggior parte delle sue esibizioni.

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La metafora medievale – Poi è il momento di una meravigliosa metafora, nella quale vengono traposti tutti i vizi e i malcostumi della nostra politica in veste medievale (Il cavaliere di Mediolanum, il giullare Grillo, i barbari Leghisti con un solo dito, il medio, sempre alzato). Poi però l'attenzione viene indirizzata al vero tema fondamentale: la Costituzione italiana, modello unico nella sua natura, che nella sua semplicità e al contempo perfezione, è stata creata da giovani desiderosi di poter donare ai cittadini della neonata repubblica la possibilità di sognare. E' la costituzione dei sì, dell'incitamento al sogno, non del divieto, è una delle affermazioni principali di Benigni. E' l'assist per un incitamento ad occuparsi della politica, a non disdegnarla disinteressandosene, poiché non si fa che farle un favore.

Amate la politica, perché la politica è la costruzione della nostra vita. La Costituzione è stata scritta da uomini che parlavano di politica dalla mattina alla sera. Disprezzare la politica è come disprezzare se’ stessi. Ci sono politici tremendi, ma se un padre schiaffeggia un bambino dalla mattina alla sera, è quel padre ad essere tremendo. Non tutti i padri sono così.

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I dodici articoli – E poi, l'attore, comincia a sviscerare, uno ad uno, i primi dodici articoli a fondamento della costituzione italiana. Momenti di alta levatura si registrano con grossa frequenza, essendo il discorso di Benigni sempre a cavallo tra presente e passato, tra prosa e poesia. Esalta la funzione del lavoro come l'esemplificazione dell'essere di un uomo e non dell'avere, sostiene non debba essere mortificato per nulla al mondo. Valorizza la donna ed il ruolo fondamentale che essa deve avere per una nazione:

Guardate che da come stanno le donne si misura lo stato di salute di una Nazione. Maltrattare le donne è vivere in un mondo spaventoso, un orrore

L'Italia, una e indivisibile – Al momento dell'articolo 5, in cui si cita l'indivisibilità e l'unità dell'Italia, Benigni infila l'ennesima battuta sui leghisti:

Pensate hanno scritto ‘una e indivisibile’ tra due virgole. Come a dire: ‘E’ inutile dirlo’. Poi avranno pensato che era meglio scriverlo, ‘un si sa mai…”

La divisione tra stato e Chiesa – Ma va detto che anche il momento dedicato alla laicità dello stato e la divisione dei poteri tra Stato e Chiesa sono esemplificativi, diretti e significativi. Cristo, citato come il primo laico, fu colui che disse di dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio, come a voler rafforzare l'idea dell'assurdità che la Chiesa possa imporre delle ingerenze sulla politica ed anche una nota ironica sui Patti Lateranensi e il "rimborso" che lo stato avrebbe dovuto alla Chiesa per quei patti stessi.

L'importanza della cultura – Benigni, poi, non si risparmia sull'articolo 9, quella sulla cultura, l'arte e l'istruzione, sottolineando il peso che la costituzione conferisce a questi aspetti, indirizzato al valore della conoscenza di chi si è stati come fondamentale per l'espressione di se stessi. Ha inoltre chiuso questa tranche con una battuta:

Vi ricordate della Sindrome di Stendhal? Lui sveniva quando vedeva città belle come Firenze, Milano, Napoli. Crollava proprio a terra. Oggi c’è stata la Sindrome di Bondi, è diventato Ministro della Cultura, sono crollati i resti di Pompei. Oppure la Sindrome di Scajola, ti comprano una casa e non sai perché”.

Momento importante anche per quel che riguarda l'articolo 11 ed il ripudio assoluto della guerra:

Qui volevano essere sicuri che tutti ripudiassero la guerra, perché non utilizzano la parola ‘Repubblica’, ma l’Italia. Volevano essere sicuri, tutti gli italiani dovevano ripudiare la guerra, i sassi, gli alberi, le strade, i monti. Anche i conigli italiani ripudiano la guerra”.

E' con grande sagacia che il comico valorizza in questo caso anche il peso dell'Europa, sottolineando quanto sia importante che questo sia il primo continente ad essere stato unificato con la pace e non con la guerra.

Il finale con La vita è bella – Il comico chiude la serata con solennità ed un consiglio a tutti gli italiani, dopo aver enfatizzato l'importanza dell'articolo dodici, quello che cita anche l'inderogabile aspetto della bandiera italiana:

Mi permetto di dirvi una cosa che solo un Papa o un Buffone vi può dire. Domani mattina dite ai vostri figli che sta per cominciare un giorno nuovo, ditegli di andare a testa alta, ditegli di appartenere ad una Nazione incredibile, ditegli che devono essere orgogliosi di questa Nazione, ditegli che devono affrontare la vita con fiducia e speranza”

Infine, sulle magnifiche musiche di Nicola Piovani, quelle che segnarono il suo più grande successo cinematografico La vita è bella.

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