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Trump deride gli ascolti degli Oscar: “I più bassi della storia, non abbiamo più star”

Il Presidente twitta al veleno contro la manifestazione, utilizzando un dato di ascolti nettamente più basso rispetto alla scorsa edizione (che tuttavia non include i numeri delle visualizzazioni online e da smartphone). Non è la prima volta che Trump utilizza gli ascolti tv come strumento per attaccare politicamente i suoi detrattori.
A cura di Andrea Parrella
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La notte degli Oscar 2018 è andata in scena domenica 4 marzo, premiando Guillermo Del Toro e il suo "The Shape of Water", miglior film. In termini di ascolti televisivi, tuttavia, gli Oscar hanno fatto segna una battuta di arresto, con un brusco calo delle percentuali di pubblico che lo show è stato in grado di attrarre davanti al piccolo schermo: 26.5 milioni di persone, come riporta il Guardian, che corrispondono a un calo di circa il 16% se confrontati ai 32.9 milioni dell'edizione 2017. Messa in questo modo, si tratta del risultato più basso per la storia recente degli Oscar, anche se il dato, va detto, visto solo da questo punto di vista potrebbe essere parziale visto che, come sottolinea proprio l'edizione internazionale online dell'autorevole quotidiano, non considera il dato (non ancora rivelato) di spettatori che hanno seguito lo show online, da diversi device.

Trump twitta contro gli Oscar

Tutto questo non ha impedito al presidente Donald Trump, la cui ultima presenza alla notte degli Oscar risale al 2011, di prendersi gioco dei risultati della manifestazione, nel tentativo di polarizzare la questione in senso politico: "Gli ascolti più bassi nella storia degli Oscar. Il problema è che non abbiamo più star, eccetto il vostro presidente (sto solo scherzando, chiaramente)!". Inutile dire che la frecciatina di Trump sulla presunta impopolare di uno degli eventi più attesi dell'anno (e nonostante tutto il più visto in America della stagione televisiva in corso) tenta di andare a colpire l'animo della manifestazione, da sempre e quest'anno più che mai segnata da valori, temi e personaggi del mondo dello spettacolo molto più vicini al Partito Democratico americano di quanto non valga per i Repubblicani. D'altronde a vincere è stato un regista messicano, che al momento della sua premiazione ha rivendicato le sue origini, dicendosi un immigrato, in difesa di un fenomeno il cui attacco è un punto fermo della dialettica politica dell'inquilino della Casa Bianca.

Quando Trump attaccò Arnold Schwarzenegger

Non è la prima volta in cui Trump utilizza gli ascolti di uno show televisivo per delegittimare politicamente le persone che stanno dietro a quel programma. Era accaduto mesi fa quando, ancora una volta utilizzando il suo account Twitter, aveva fatto ironia sui risultati scarsi ottenuti dall'ex governatore della California Arnold Schwarzenegger, suo oppositore politico tra i repubblicani e successore alla guida del programma "The Apprentice", di cui l'attuale presidente è stato volto di riferimento per molte edizioni.

La risposta di Kimmel

Il conduttore delle ultime due edizioni degli Oscar, Jimmy Kimmel, uno dei più popolari volti televisivi d'America, ha risposto al Presidente prima su Twitter, storpiando la sua frase e definendolo il "Presidente peggiore della storia degli Stati Uniti", e dedicando il monologo di apertura del suo show alla vicenda: "Trump ha un problema con gli Oscar, il che mi sorprende. Sono convinto, infatti, il film vincitore ‘The Shape of Water' gli piacerebbe. Se non l'avete visto racconta la storia di un mostro che fa sesso con una donna che non può parlare. Praticamente è la storia della sua vita".

https://www.youtube.com/watch?time_continue=75&v=t7cWvV-XyFI

Ascolti bassi, contro grandi incassi

I numeri televisivi della notte degli Oscar non viaggiano di pari passo a quelli collezionati al box office dal film che quest'anno si è aggiudicato la principale statuetta della manifestazione. "The Shape of Water è infatti riuscito ad incassare più delle cinque pellicole che l'avevano preceduto negli anni scorsi. Con 57 milioni di dollari incassati solo negli Stati Uniti, il film di Del Toro ha portato a casa un bottino che ha doppiato il risultato del precedente vincitore, il film "Moonlight", trionfante nel 2017.

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