“Travaglio non deve risarcire Berlusconi”: Cassazione chiude il caso Satyricon
I tempi dell'editto bulgaro di Berlusconi, con il quale l'ex premier fece sì che venissero esclusi dalla tv di Stato Daniele Luttazzi, Michele Santoro e Enzo Biagi, sembrano essere molto lontani. Tra i motivi che provocarono quelle celebri affermazioni di Silvio Berlusconi ("Fanno un uso criminoso del servizio pubblico), c'è sicuramente la celebre intervista di Marco Travaglio, attuale condirettore del Fatto Quotidiano, rilasciata il 14 marzo 2001 a Daniele Luttazzi nel programma Satyricon. Intervista nella quale il giornalista evidenziava le zone grigie della carriera di Berlusconi da imprenditore, le frequentazioni discutibili di Berlusconi durante gli anni precedenti alla sua discesa in politica. Il tutto contenuto nel libro L'odore dei soldi. Un momento di televisione che sicuramente resta nella storia e per il quale Travaglio fu accusato da Berlusconi di averlo diffamato facendo una richiesta di risarcimento di 10 milioni di euro. La Corte Suprema ha tuttavia confermato il verdetto emesso dalla Corte di Appello di Roma nel 2006, che riteneva assolutamente legittime le affermazioni di Travaglio , trattandosi di cronaca, critica politica e satira.
La terza sezione civile della suprema Corte esclude che Travaglio intendesse "accusare in modo subdolo l’onorevole Berlusconi di biechi interessi privati, di illeciti societari e di collusione con la mafia – sostenendo invece che avesse voluto – stigmatizzare, sicuramente con toni forti, sarcastici e sdegnati il comportamento del candidato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, che non aveva ritenuto necessario chiarire nelle opportune sedi… alcune vicende della sua attività imprenditoriale oggetto di indagini penali”. La Cassazione ha inoltre risposto alla richiesta dei legali di Berlusconi di tenere conto che quell'intervento fu di natura politica e non satirica, stabilendo che un piano non escludesse l'altro, in quanto la trasmissione Satyricon fosse "caratterizzata dall’intento di porre all’attenzione del telespettatore alcuni momenti della vita sociale e politica italiana, sottolineandone le contraddizioni e gli aspetti a volte anche negativi". La cassazione commenta inoltre il giudizio di Appello sostenendo questi non abbia "affatto trascurato il necessario bilanciamento dell’interesse individuale con quello sotteso alla libera manifestazione del pensiero attraverso la critica politica, effettuato correttamente sotto la lente dell’interesse pubblico alla conoscenza dell’interpretazione di fatti di cronaca".
La Cassazione ha ritenuto corretto anche il comportamento di Luttazzi, conduttore della trasmissione che realizzò l'intervista con Travaglio, esentandolo da colpe e ritenendo corretto il modo di condurre l'intervista stessa. Il ricorso di Berlusconi era infatti indirizzato anche alla Rai, Carlo Freccero, Ballandi entertainment che produceva la trasmissione e lo stesso Luttazzi. Per questo motivo Berlusconi dovrà pagare 10mila euro di spese legali alla tv di Stato.
Il commento di Marco Travaglio in una dichiarazione all'Ansa: "Non ho mai avuto dubbi sulla veridicità delle cose che ho detto in quell'intervista, anche perché non sono matto. Non mi sarei esposto in quel modo nei confronti del futuro presidente del consiglio, se non fossi stato sicuro di quanto affermavo. Per me si tratta semplicemente di una conferma. Mi piacerebbe che se ne rendesse conto chi ha detto bugie in tutti questi anni. Mi piacerebbe anche che qualcuno adesso risarcisse Luttazzi, visto che da 14 anni non può mettere il naso in Rai a causa di quell'intervista. Bisognerebbe chiedergli scusa e riportarlo in tv. Credo che molte persone lo vorrebbero rivedere. Dicono tutti ‘Je suis Charlie Hebdò, ma a quanto pare vale solo ‘in France, non in Italiè. Invece bisognerebbe fare le magliette con ‘Je suis Luttazzì"