Travaglio difende la libertà di Santoro contro l’editore Stella
L'impavido Travaglio non poteva lasciar passare le parole dell'ad di La7, Giovanni Stella, sul mancato acquisto di Santoro da parte del canale di Telecom Media. Il paladino della libertà d'informazione ha mosso freneticamente le dita sulla sua tastiera per commentare l'accaduto sul suo blog, facente parte di quelli d'autore de Il fatto quotidiano. Non poteva che essere la libertà il perno del discorso: quella richiesta da Santoro è stata definita eccessiva, nell'intervista al Giornale fatta a Stella, un lascia passare totalmente svincolato che il giornalista pretendeva su scaletta, filmati e ospiti.
LA LIBERTA' PER TRAVAGLIO: La libertà di un servitore dell'informazione dovrebbe invece prevedere ciò, così come per Travaglio accade negli altri paesi: l'editore lega a se un giornalista per requisiti professionali e successi di carriera, concedendogli automaticamente la libertà di dare il suo servizio secondo le regole del contratto nazionale, ma sempre seguendo il proprio credo professionale. Fa bene quindi Michele Santoro, per il collega, a rivendicare quella libertà assoluta di cui informazione e informatore devono godere: quando arriva un no a tale richiesta, vuol dire che qualcosa ostacola le vie della comunicazione. Travaglio riflette sulle giustificazioni di Stella riguardo la scelta di non accettare Santoro nelle fila di LA7 e smonta passo passo le motivazioni dell'editore: l'ad di LA7 parlava di cause giudiziarie alla base del no a Santoro, al fine di evitare querele o altre azioni da tribunale, ma la scusa non regge poichè Mentana e lo stesso conduttore di Annozero si sarebbero assunti la responsabilità penale del programma. Qual è allora per Travaglio la vera motivazione della respinta nei confronti dell'amico e collega?
SANTORO FA PAURA A POLITICI E TELECOM MEDIA: Il giornalista de Il fatto Quotidiano ritiene che i fattori d'ostacolo all'approdo di Santoro a La7 siano ancora una volta politici e non in maniera generica, bensì particolare: non fa nomi, ma parla di rappresentanti della nostra classe politica, legati in qualche modo alla società che gestisce La7, Telecom Media. La paura di ritorsioni di tali personaggi, qualora Santoro movesse loro accuse e quant'altro, sarebbe quindi la vera causa della cacciata del giornalista da LA7.
Stella si rifugiava poi, nell‘intervista al Giornale, in una constatazione che sapeva di contentino a Santoro " è più pericoloso da battitore libero che da dipendente di La7 o altre reti": almeno altrove potrà definirsi veramente libero.