Totò in tv: “Lascia o raddoppia” con Mike e la passione per Mina
Il 15 aprile 1967 è venuto a mancare il Principe della risata, Antonio De Curtis in arte Totò. La lunga vita del celebre artista napoletano è stata un susseguirsi di successi a teatro, al cinema ma anche in televisione. Oggi a 44 anni dalla sua scomparsa noi di Tv.fanpage vogliamo provare a ricordare Totò proprio ripercorrendo le tappe principali della sua esperienza televisiva. Il principe De Curtis non era un amante della televisione infatti pensava che fosse un mezzo che "divorasse gli attori fino a bruciarli" e perciò preferiva essere un telespettatore piuttosto che un interprete.
Possiamo far risalire al 1956 il primo vero incontro tra Totò e la televisione ed in particolare con il quiz più popolare di quegli anni cioè Lascia o raddoppia? condotto da Mike Bongiorno con la collaborazione di Edy Campagnoli. Il programma è un vero e proprio evento per la giovane televisione italiana e proprio per questo Totò non può perdere l'occasione per accostarsi a questo mondo che interessa la rampante Italia degli anni Cinquanta.
Quindi nel 1956 realizza il film Totò lascia o raddoppia? con la regia di Camillo Mastrocinque. Totò interpreta il ruolo di Gagliardo della Forcoletta un duca squattrinato che, esperto di ippica, decide di partecipare a Lascia o raddoppia? sperando di vincere il monterpremi finale. Dopo una serie di colpi di scena con tanto di gag divertenti con il duca più volte rapito da due malviventi, nel momento del quiz vero e proprio il duca, rispondendo esattamente a tutte le domande poste da Mike Bongiorno, vince i cinque milioni in gettoni d'oro.
Il film è chiaramente un'analisi dell'universo televisivo fatta da coloro che il mezzo televisivo non lo apprezzano molto ma che sono curiosi di scoprirne e mostrarne i limiti e le potenzialità. Sono davvero divertenti le battute scambiate tra Totò e Carlo Croccolo (che interpreta il cameriere Camillo nel film) e mostrano alcuni aspetti dell'Italia degli anni Cinquanta che si scopre innamorata dei quiz in tv e estremamente affascinata dal mezzo televisivo e dai suoi strumenti come il microfono o la cabina con le cuffie. Nel film si vedono il duca e Camillo che fanno le prove prima di andare in trasmissione e si servono di un un armadio che "funge" da cabina e di una candela che "funge" da microfono. L'ironia dissacrante che pervade queste scene è veramente forte e si apprezza ancora di più dopo tanti anni quando si capisce quanto sono critici nella loro ironia i film di Totò.
Nel 1958 Totò partecipa come ospite al Musichiere, il programma condotto da Mario Riva ma durante la sua apparizione De Curtis esclama "Viva Lauro", sindaco di Napoli e capo del partito monarchico. Ma questa sua affermazione pubblica non è apprezzata dai dirigenti democristiani della Rai 1 che, ieri come oggi, decidono di limitare le apparizioni pubbliche di un personaggio non gradito. E proprio per questa ragione Totò resta lontano dalla televisione per molti anni.
Il ritorno in televisione avviene nel 1966 nella seguitissima trasmissione televisiva Studio Uno condotta da Mina con la quale duetta e regala momenti di spettacolo che sono ancora nella memoria di tutti. Come non ricordare la serata durante la quale Totò dopo essersi piegato in avanti risale lentamente sfiorando con la sua bombetta le forme del corpo di Mina, oppure la sua apparizione con le gemelle Kessler che, essendo piaciuta tanto ai dirigenti Rai, diede il via alla realizzazione di una serie televisiva con protagonista Totò riprendendo il meglio delle sue perfomance teatrali in dieci puntate.
E proprio questa serie televisiva rappresenta il testamento di Totò che riesce a realizzare solo nove delle dieci puntate previste a causa della morte giunta in seguito a tre infarti successivi.
Durante le riprese di queste puntate Totò è già molto malato e i problemi alla vista sono davvero seri tanto da rallentare di molto il lavoro di doppiaggio ma nonostante tutto riesce a realizzare i nove episodi con grande professionalità: Il latitante è una storia di malavita con Gino Cervi; La scommessa in cui c'è un divertente scontro di gag con Walter Chiari; Il tuttofare ripropone lo sketch del parrucchiere per signora che risale alla rivista "Bada che ti mangio!"; Il grande maestro con Ernesto Calindri è un adattamento della farsa napoletana "La camera affittata a tre"; Don Giovannino è tratto dallo sketch del manichino della rivista "C’era una volta il mondo" con Antonella Lualdi e Gloria Paul che mostrano tutte le loro grazie; Premio Nobel mette in scena lo sketch del vagone letto con Sandra Milo e Mario Castellani; Totò Ciak vede in scena accanto a Totò anche Ubaldo Lay, Gordon Mitchell, Gianni Morandi e Bobby Solo e consiste in una parodia degli agenti segreti e dei pistoleri; Totò Ye Ye è dedicato alla musica e si prendono in giro i "capelloni" degli anni Sessanta; Totò a Napoli è un episodio legato alla città natale dell'attore e interpreta una guida turistica non autorizzata.
Ma Totò è anche un testimonial pubblicitario proprio nell'ultimo anno di vita: è il protagonista di un ciclo di “caroselli” per pubblicizzare il doppio brodo della Star.
Una vita quella di Totò sempre alla ribalta sotto i riflettori segno di un grande amore da parte del pubblico italiano che a 44 anni dalla sua morte ricorda il suo Principe riguardando i suoi film e ridendo ancora come se fosse la prima volta!