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Addio a Tomas Milian

Tomas Milian infuriato a Domenica In: “Non ve ne frega niente di quello che dico”

L’attore Tomas Milian, ospite di “Domenica In”, ha sbottato contro gli autori: “Sembra che non ve ne frega un c***o di quello che sto dicendo”. Prima aveva “infastidito” la Perego dicendo: “Mio padre diceva che fare l’attore era roba da froci”.
A cura di Fabio Giuffrida
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Addio a Tomas Milian

Questo pomeriggio, a "Domenica In", il contenitore della domenica pomeriggio condotto da Paola Perego, è intervenuto l'attore, sceneggiatore e cantante Tomàs Miliàn, classe 1933, noto soprattutto per essere stato protagonista di film polizieschi all'italiana tra gli anni settanta e ottanta; in Italia è stato identificato con Nico Giraldi, maresciallo di polizia, soprannominato "er Pirata", e con Sergio Marazzi alias "er Monnezza", ladruncolo romano. Una leggenda del cinema che oggi si è scagliato contro gli autori del fortunato programma di Rai 1. Milian – che da poco è stato omaggiato con il Premio alla Carriera al Festival del Cinema di Roma – ha parlato della sua vita privata con toni forti:

Mio padre era ufficiale dell'esercito, era un uomo molto violento e lavorava per un dittatore, molto fascista. Molto cattivo. Però perché fascista? Si può essere fascista buono che non sa di essere fascista, fascista che ha valori sbagliati perché l'hanno cresciuto male. Mio padre mi ha fatto diventare ribelle.

Poi è arrivata la dichiarazione choc: 

Mio padre mi menava sempre. Io avevo già inclinazioni artistiche a 6 anni. Mi piaceva giocare facendo pezzi di teatro. Diceva che fare l'attore era roba da froci. Io non sapevo che voleva dire essere froci.

A questo punto la Perego è intervenuta precisando:

Io vorrei fare una premessa, se mi permetti. E' brutto usare il termine froci. Non ci sono i froci, ci sono gli omosessuali.

Milian ha replicato così:

La gente, prima della mia epoca, diceva ‘froci'. Io non lo dico come offesa. Fare l'attore era da froci, ecco. Quando dico froci non sto offendendo nessuno. A quei tempi non potevo dire gay. Sarei stato un genio a 6 anni ad inventare una parola.

Nel frattempo gli autori in studio avrebbero mormorato al punto da infastidire l'artista:

Ma perché parlate? Mi state confondendo. Io sono nervoso, perché sto a fare televisione. Mi stanno vedendo milioni di persone. Mi intimidite con questo parlare. Sembra che non ve ne frega un c***o di quello che sto dicendo.

Il tempo a sua disposizione era semplicemente terminato.

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