The Walking Dead può arrivare fino alla stagione 12
È sempre difficile prevedere per quanto tempo ne possa avere una produzione seriale prima di restare a corto di benzina, ritrovandosi ad annaspare dopo i rinnovi ad una settima ed ottava stagione, sortendo quel fastidioso effetto negli spettatori di brodo annacquato, insipido e mortificante per quelle che le gloriose prime stagioni son state. Ne è un esempio abbastanza chiaro "Dexter", la sopravvalutata "Lost", ritenuta ad ogni modo la capofila di un'epopea che dura ormai da oltre dieci anni. Su "The Walking Dead" il discorso è identico: non è chiaro prevedere quando ci sarà un declino, ma è sotto gli occhi di tutti che i risultati portati alla AMC hanno incoraggiato tutti a proseguire la strada maestra, anche con il coraggio di discostarsi di tanto in tanto dal fumetto che, ormai da 11 anni, procede senza sosta nelle vendite, dando alla Skybound/ImageComics lo status di terzo polo del fumetto, inserendosi tra Marvel e Dc.
Il produttore David Alpert ha indicato che per l'universo zombie creato da Robert Kirkman ne avranno almeno fino ad una dodicesima stagione, almeno da un punto di vista narrativo, sono coscienti della direzione da prendere fino ad allora. Questo vorrebbe dire almeno 8 anni di "The Walking Dead" nelle produzioni televisive, vorrebbe dire andare di pari passo con i tempi che cambiano, la tecnologia che muta, così come lo spettatore e la tipologia di fruizione. Quello che può apparire come una dichiarazione pretenziosa e presuntuosa, in realtà non è frutto di incoscienza. Il fumetto è arrivato a vendere più di collane e saghe storiche come "X-Men" e "Spiderman", non avrà mai bisogno di un reboot, cresce con il lettore e ne guadagna ciclicamente di nuovi grazie alle ristampe.
Un'epidemia ormai inarrestabile che si traduce in maniera cross con altre aree, e anche quando non c'è il marchio ufficiale "The Walking Dead" (a proposito la seconda stagione del videogame firmato Telltale sta battendo il record di vendite della prima fortunata stagione), spuntano ovunque produzioni e tentativi a tema zombie, in ultimo il prossimo game show della BBC, "I survived a Zombie apocalypse".
The Walking Dead 5: una favola di amore e morte
Una favola di amore e morte, questo è il segreto di "The Walking Dead". Riportare grandi temi universali all'interno dello stereotipo zombie, la critica alla società e la sua trasformazione all'interno dei rapporti umani tra i vivi, quelli che in fondo, come ci ricorda Rick, restano ormai loro "i morti viventi". Il rimando continuo ai grandi lavori dei maestri del passato, da Romero a Matheson, una fotografia country ed una colonna sonora da kolossal è materiale ghiotto per i cinefili più attenti. Non mancano in questo senso i "fanboy", così come i critici più accaniti che lamentano alla serie dei ritmi troppo compassati rispetto alla prima stagione pilota.
Con la quinta stagione di The Walking Dead, il cattivo per eccellenza della serie, che nel fumetto mieterà vittime importanti e che hanno lasciato senza fiato i lettori, dovrebbe fare la sua comparsa al 99%. Si tratta di Negan, capo dei "Saviors", un gruppo di teppisti che ricorda, nemmeno a dirlo, quelli che in "Dawn of the Dead" fanno irruzione nel supermercato. Solo che il gruppo creato da Kirkman è l'incarnazione del Male che abita l'Inferno salito sulla terra ed il nostro Rick dovrà affrontare una delle prove più dure da quando il mondo è cambiato.
I fan sperano davvero in una lunga storia televisiva per il prodotto, gli scettici intanto fanno spallucce: attendiamo la quinta stagione per il prossimo autunno per scoprire cosa ne sarà dei nostri, tenuti prigionieri nel vagone merci "A" dai cannibali di Terminus. La prima foto ufficiale con Rick dallo sguardo truce, lasciava intendere che ci saranno scontri senza esclusione di colpi, con il destino di alcuni protagonisti che sembra essere irrimediabilmente già segnato, un nome su tutti: Beth.