Teresa De Santis, direttrice Rai1: “Il mio editore è il Governo”. Anzaldi: “Una confessione gravissima”
Nel corso della presentazione estiva dei palinsesti Rai, anticipati da una polemica ormai nota come la "salvinizzazione di UnoMattina" per l'annuncio di Roberto Poletti, suo biografo ufficiale, alla conduzione, c'è stata una uscita di Teresa De Santis, la direttrice di Rai1, che sullo sfondo sembra sia passata inosservata. La direttrice ha dichiarato: "Sembrerei una pazza se oggi tentassi di negare che la Rai ha un editore che fa capo il Governo". Non male, considerando che Lega e M5S hanno fatto la loro prima storica campagna elettorale chiedendo a gran voce di tenere i partiti politici lontano dalla Rai. E poi ancora: "Sullo sfondo ha delle logiche che riportano a degli schieramenti politici. Il servizio pubblico è fatto di addizioni, moltiplicazioni, di ogni possibile istanza politico-culturale di questo paese. Lo ha sempre fatto nella sua storia, continuiamo a farlo senza problema".
La reazione di Michele Anzaldi
In questo scenario, c'è chi non ci sta a dichiarazioni di questo tipo come Michele Anzaldi, l'Onorevole del Partito Democratico e segretario della Commissione Vigilanza stigmatizza: "La De Santis ha apertamente teorizzato la lottizzazione politica, ha addirittura detto che il suo editore è il governo". E chiama in causa l'Ebu, l'ente europeo che riunisce i servizi pubblici radiotelevisivi oltre a sollecitare gli interventi della stessa Commissione Vigilanza, della Corte dei Conti e dell'AgCom.
Scriverò all’Ebu, l’ente europeo che riunisce i servizi pubblici radiotelevisivi, per chiedere se le dichiarazioni della direttrice di Rai1 Teresa De Santis che confessa l’occupazione politica della Rai siano compatibili con un’emittente pagata dai soldi di tutti i cittadini italiani. De Santis ha apertamente teorizzato la lottizzazione politica, ha addirittura detto che il suo editore è il governo, ha confessato di aver effettuato assunzioni in base alle idee politiche per conduttori di informazione, figure che devono essere imparziali e non possono essere paragonabili a opinionisti. Ecco il video. Assunzioni esterne, quindi con aggravio di costi per i cittadini, senza che sia stato effettuato nessun concorso, senza verificare se all’interno ci fossero professionalità superiori o equivalenti. De Santis conferma l’occupazione selvaggia della Rai da parte di Salvini e Di Maio, a spese degli italiani. E’ evidente che siamo di fronte ad una deriva gravissima, che supera addirittura l’editto di Bruno Vespa del ’92, quando disse che il suo editore di riferimento era la Dc. Mai si era arrivati a questo punto. Ci sono sentenze della Corte Costituzionale, in nessun modo messe in discussione dalla Riforma Renzi, che stabiliscono chiaramente che il Governo deve tenersi alla larga dalle decisioni della Rai. Su questo mi auguro che si esprimano al più presto, oltre all’Ebu, la commissione di Vigilanza, la Corte dei Conti, l’Agcom.
Il precedente di Oscar Giannino che parlò di lottizzazione Rai
C'è un precedente pericoloso che riguarda dichiarazioni del tutto simili a quelle fatte da Teresa De Santis, in occasione della presentazione dei palinsesti estivi. Parliamo del pignoramento da 144mila euro per Oscar Giannino che nel 2008, quando era direttore di "LiberoMercato", sulla base di un documento di cui continua a rivendicarne fedeltà e autenticità, scrisse che la Rai è lottizzata che soltanto una minoranza di giornalisti viene assunto senza guardare l'appartenenza politica e partitica. Lo stesso Anzaldi ricorda la questione in un tweet: "Chissà cosa pensano di questo video i giudici che hanno condannato Oscar Giannino a pagare 144mila euro di risarcimenti per aver detto che la Rai è lottizzata. Chissà cosa ne pensano quei dirigenti Rai che hanno fatto causa a Giannino. La direttrice De Santis rischia la stessa fine?"