Telefono Rosa contro Forum e Melita Cavallo: “Offese a una vittima di stupro, teatrino pessimo”

Un caso trattato a Forum nella puntata del 23 gennaio è finito nella bufera, con tantissime critiche in rete e persino l'intervento dell'associazione Telefono Rosa. La storia è quella che ha visto contrapporsi nel tribunale televisivo di Canale 5 Carlotta e Angela. La prima è una vittima di stupro, rimasta incinta in seguito alla violenza avvenuta 5 anni fa. La seconda è la nonna del bambino nato da quell'aggressione: a Forum, la donna ha chiesto di poter incontrare il nipotino e la possibilità che il bimbo conosca il padre. La sentenza del giudice Melita Cavallo ha dato ragione ad Angela, in quanto l'uomo, al momento detenuto in prigione per il reato di stupro, è riconosciuto legalmente come il padre del bambino e ha pertanto il diritto di incontrarlo.
Le critiche piovute sui social
Il caso ha sollevato un'enorme quantità di commenti sulle pagine social di Forum. La sentenza ha fatto indignare moltissime donne, ancora più scandalizzate dall'atteggiamento tenuto nei confronti della giovane Carlotta da Melita Cavallo che, ricordiamo, è stata Presidente del tribunale minorile di Roma. Il considerare la violenza subita come un errore giovanile e una certa durezza verso la ragazza (quasi fosse una colpa il non aver ancora superato il trauma) sono elementi che il pubblico proprio non ha gradito, tanto da sollevarsi in massa contro il programma di Mediaset. C'è chi scrive "I commenti della Giudice Cavallo verso la ragazza stuprata sono indegni di un paese civile", altre sottolineano quanto sia inopportuno colpevolizzare le vittime in tempi in cui le donne vengono criticate quando non denunciano immediatamente le violenze subite. "Anni di lotte per ottenere che lo stupro sia considerato un delitto contro la persona e non contro la morale sono stati cancellati in un attimo da un giudice, quanto mai superficiale, eppure donna", è un altro dei commenti delle spettatrici, alcune delle quali hanno contattato in segno di protesta Telefono Rosa.
L'attacco di Telefono Rosa su Facebook
E Telefono Rosa (associazione che offre accoglienza e assistenza legale alle donne vittime di abusi e violenze) ha risposto alle tantissime segnalazioni, con un post in cui condanna fermamente Forum e la Cavallo parlando di "pessima immagine" per la trasmissione e di "un messaggio che manca di rispetto a tutte le donne". Sotto, il post completo pubblicato sulla pagine Facebook dell'ente.
Non possiamo non recepire le centinaia di segnalazioni che sono arrivate all’Associazione Telefono Rosa in merito alla puntata di oggi di Forum, lo storico programma condotto da Barbara Palombelli Rutelli. Protagonista con la sua storia Carlotta, vittima di uno stupro all’età di 17 anni da cui è nato Riccardo. In trasmissione si parla della richiesta del padre, che ha avuto una pena di sei anni, di potere vedere il figlio. La giovane è arrabbiata e risentita e spiega di non credere nella giustizia perché non avrebbe mai pensato possibile che il figlio fosse costretto a vedere il padre. Ma il giudice Melita Cavallo non le risparmia parole molto dure sostenendo che non si è fatta aiutare, perché altrimenti non sarebbe così violenta. La ragazza replica: “Mi reggo in piedi e sono qui proprio perché mi sono fatta aiutare!” e ricorda la sofferenza di essersi svegliata nuda in un campo piena di fango e non sapere cosa fosse successo. A questo punto il giudice è piuttosto impietoso e spiega di avere letto gli atti dai quali risulta che i giovani avevano bevuto. “Anche lei aveva bevuto!” Insiste. Insomma un teatrino davvero triste e non certo di buon esempio e rispettoso di una donna che ha subito una storia di violenza e di imposizioni in giovane età. Decisamente accogliamo e condividiamo le tante proteste che ci sono pervenute perché Carlotta meritava più comprensione e non le continue e sgradevoli minacce di allontanarla dalla trasmissione. Ne esce una pessima immagine e un messaggio che manca di rispetto a tutte le donne e che non aiuta certo la causa del sostegno alle donne vittime di violenza.