Tale e Quale Show accusato di razzismo, Roberta Bonanno “nera” per fare Beyoncé. Lei: “Offesa grave”
Tale e Quale Show finisce nella polemica con accuse di razzismo. Una critica che arriva da part della youtuber americana Tia Taylor (che vive a Milano), che ha attaccato la performance di Roberta Bonanno nella prima puntata del Torneo dei campioni di venerdì 25 ottobre. La cantante si è esibita nei panni di Beyoncé: "Intanto in Italia sarebbe “rivoluzionario”, “inaudito”, “innovatore” e “nuovo” dipingersi il volto di nero e imitare (malamente) le persone di colore in televisione".
La replica di Roberta Bonanno
Il tweet della Taylor, che critica il trucco "Blackface" usato a Tale e Quale ha acceso un aspro dibattito, cui ha risposto la stessa Bonanno. A differenza della produzione, che non ha replicato alla critica, la concorrente non ci sta: "Sono tutto tranne che razzista", ha scritto in un tweet poi cancellato e riportato da Blogo, "Sto alle regole di un format. Grazie, andate a combattere il razzismo da altre parti". Ancora, ha replicato infuriata a un altro attacco:
Dare del razzista pubblicamente a una persona è un'offesa gravissima e forse anche perseguibile! Se solo voi foste a conoscenza della mia vita privata vi rimangereste indubbiamente queste parole! Magari fossi nata Beyoncé o Aretha magari!
Il trucco è una regola di Tale e Quale Show
Non si tratta certamente della prima volta in cui a Tale e Quale Show concorrenti si travestono da cantanti di colore. Nella medesima puntata Jessica Morlacchi ha imitato Gloria Gaynor. Tralasciando le otto stagioni precedenti, solo in questa edizione abbiamo visto Agostino Penna nei panni di Dionne Warwick, Francesco Pannofino in quelli di Barry White e Louis Armstrong, la Morlacchi in quelli di Donna Summer, Eva Grimaldi in quelli di Grace Jones e Bobby Farrell e Lidia Schillaci in quelli di Stevie Wonder. L'obiettivo della trasmissione è essere "tali e quali", il che comporta necessariamente l'uso di un make up camaleontico.
Cos'è il Blackface
Cosa ben diversa è il Blackface di cui tanto si parla, un fenomeno molto lontano dal programma di Carlo Conti. Si tratta di uno stile di makeup teatrale nato nell'800 con il quale artisti bianchi si truccavano in modo da assumere le sembianze di neri. In seguito duramente contestato dal Movimento dei Diritti Civili di Martin Luther King, fu una tradizione del teatro americano che prese piede anche in Europa, tendente a rappresentare in modo macchiettistico, stereotipato e razzista le caratteristiche fisiche e prossemiche degli afroamericani. Un'abitudine presente anche al cinema: pensiamo a "Il cantante di jazz", celeberrimo in quanto primo film sonoro della storia, nel quale l'attore Al Jolson vestiva i panni di un ragazzo bianco che si dipinge la faccia di nero per fare il jazzista. Anche attori come Bing Crosby e Judy Garland recitarono in Blackface, senza dimenticare molti film, come nel caso di "Nascita di una nazione", in cui tutti i personaggi neri erano interpretati da attori bianchi.