Sylvestre a Salvini: “Si informi sul significato del pugno chiuso e su cosa vuol dire essere nero”
Mercoledì 17 giugno è stata disputata la finale di Coppa Italia tra Napoli e Juventus. Le polemiche, però, sono cominciate ben prima che venisse tirato il calcio d'inizio. Sergio Sylvestre ha cantato l'Inno di Mameli. A causa della comprensibile e umana emozione, si è bloccato, salvo poi riprendere a cantare dopo qualche secondo. Purtroppo alcuni spettatori non gli hanno perdonato questo momento di fragilità e lo hanno aspramente criticato. Tra chi ha rimarcato l'errore, anche Matteo Salvini. In queste ore Sergio Sylvestre ha replicato.
Le parole di Matteo Salvini sul pugno chiuso di Sylvestre
Sergio Sylvestre ha spiegato su Instagram di essersi bloccato alla vista dello stadio vuoto. Quell'immagine ha toccato la sua sensibilità, portandolo a emozionarsi. Matteo Salvini ha rimarcato l'errore, pubblicando su Twitter il video dell'esibizione recante la scritta: "Sbaglia l’Inno e saluta col pugno chiuso! Ma dove l’hanno trovato? Povera Italia!". Il leader della Lega ha aggiunto un "No comment". Sergio Sylvestre ha replicato nel corso di un'intervista rilasciata a Corriere.it.
La replica di Sergio Sylvestre a Matteo Salvini
Sergio Sylvestre ha invitato Matteo Salvini a "informarsi meglio". Tuttavia, l'artista ha detto di nutrire dei dubbi sul fatto che il politico possa davvero comprendere fino in fondo cosa voglia dire essere nero: "A Salvini dico che forse dovrebbe informarsi meglio. Dovrebbe cercare di capire cosa significa quel pugno o un movimento come Black Lives Matter. Ma in fondo non può, lui non può capire cosa vuol dire essere nero. Io però sono nato così. Quando è morto George Floyd ho visto che hanno fatto tutti i post, non so se anche lui lo abbia fatto". Sylvestre ha concluso spiegando che il suo intento era quello di alzare la mano anche per chi non ha più voce: "Ma in generale dovrebbe informarsi meglio su cosa significa essere nero. Con quel pugno e con la mia voce parlo anche per quelle persone che non possono più alzare la mano, che non hanno più voce. Parlo per loro. Quindi se ha qualche dubbio sul significato del mio pugno, lo invito a chiamarmi".