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Stupro di Parma, Francesco Facchinetti choc: “Non esiste perdono, solo la pena di morte”

Il conduttore televisivo si sfoga pubblicando sui suoi account social una durissima opinione in merito alla notizia dello stupro ai danni di una ragazza 21enne di Parma. Assumendosi ogni responsabilità Facchinetti tira in ballo il controverso argomento della pena di morte: “Se lo stato non sarà in grado di far giustizia ci faremo giustizia da soli”.
A cura di Andrea Parrella
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Dura, durissima la presa di posizione di Francesco Facchinetti, ex cantante e conduttore televisivo, in merito al caso di cronaca emerso nelle scorse ore relativo al caso di violenza sessuale di Parma, dove una 21enne sarebbe stata vittima, lo scorso luglio, di uno stupro e sevizie da parte di un imprenditore della zona e un uomo nigeriano, attualmente in carcere con l’accusa di violenza sessuale e lesioni pluriaggravate. Facchinetti, tramite i suoi popolarissimi account social, più di 800 mila follower su Instagram e oltre 1 milione su Twitter (più di Di Maio e Salvini, se il paragone può fungere a rendere l'idea della popolarità del conduttore), pubblicando uno screen della notizia ha detto la sua tirando in ballo, senza fronzoli, il più che controverso tema della pena di morte:

Non esiste perdono per queste m***e ma solo la pena di morte! E se lo stato non sarà in grado di far giustizia ci faremo giustizia da soli perché così non si può più continuare!
Mi prendo tutte le responsabilità di quello che dico.

Il conduttore dà sfogo ad un sentimento di rabbia piuttosto comune scaturito da notizie di questo tipo, avviando una discussione accesa tra i numeri seguaci che hanno commentato il suo post. E le reazioni sono tra le più svariate, comprendendone di favorevoli e contrarie. Si tratta di un commento che farà probabilmente discutere, proprio in relazione a come personaggi estremamente popolari sui social, quale Facchinetti è senza dubbio, e dunque dotati di una enorme capacità di influenza, scelgano di esprimere il proprio parere sui temi più svariati, indipendentemente dal fatto che l'argomento in questione possa rientrare nelle loro competenze.

In barba alle secolari discussioni sul tema della pena di morte, il conduttore forse si lascia coinvolgere eccessivamente dalla questione, dimenticando come grandi pensatori, da Seneca a Sant'Agostino, e naturalmente Cesare Beccaria, abbiano dedicato parte della loro vita a studiare ed approfondire il tema, riflettendo sull'opportunità di una pena di questo tipo, di quanto possa essere giusta e, soprattutto, dell'effettiva ricaduta positiva che una punizione di questo genere può avere ai fini educativi della società e della prevenzione del crimine. Forse andrebbe anche ricordato che la pena di morte è stata abolita, e non da poco tempo, nella maggior parte degli stati del mondo. Si può avere ed esprimere un'opinione su qualsiasi argomento, ma da grande popolarità derivano enormi responsabilità e questo Francesco Facchinetti dovrebbe capirlo, prima di ridurre a poche righe una considerazione su un tema così complesso come la pena di morte.

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