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Stefania Sandrelli inseguita da Le Iene, non li riconosce e chiama i Carabinieri

L’attrice si spaventa perché nota un’auto che la sta inseguendo e chiama i Carabinieri. Sono “Le Iene” che volevano chiederle di “tasse non pagate”, lei replica in una lettera aperta sul CorSera: “È possibile che i diritti inviolabili della persona possano essere sacrificati da esigenze di share? Da un modo di fare televisione basato sull’aggressione fisica ed intellettiva?”
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Stefania Sandrelli ha passato quello che si può chiamare come il più classico "brutto quarto d'ora". Lo rivela la stessa attrice in una lettera aperta al Corriere della sera, dove chiede aiuto nella "valutazione di certi miei accadimenti". L'attrice racconta che, dopo aver terminato le riprese un po' presto rispetto al solito, rincasa con l'autista della produzione. Erano in zona Tivoli, quando l'autista avvisa l'attrice che una macchina li sta seguendo.

Spaventata, lo prego quindi di non farsi raggiungere e di evitare di dirigersi verso casa, non volendo far conoscere il mio indirizzo. L’autista cerca quindi di allontanarli, facendo peripezie inquietanti ed anche un po’ pericolose, ma inutilmente: i due individui ci rimangono incollati dietro. A questo punto l’autista chiama i Carabinieri informandoli della situazione e cominciamo a girare senza meta per permettere ai Carabinieri di raggiungerci.Dopo aver girovagato per oltre un ora e mezzo per la città (inutile nascondere l’angoscia e la paura) i Carabinieri abilissimi li fermano accerchiandoli.

Erano Le Iene. L'attrice, a quel punto, permette loro qualche domanda che verte sulla lista Falciani, il noto archivio informatico della banca Hsbc di Ginevra, che comprendeva un sistema di conti correnti che avrebbero eluso le tasse. Ecco cosa scrive Stefania Sandrelli:

Mi sono sentita chiedere ancora della lista Falciani e pretendere che pronunciassi la frase di Padoa-Schioppa: “le tasse sono bellissime”. Ho brevemente e garbatamente risposto che ben cinque anni fa, ho scudato quei pochi soldi e chiarito tutto, conti alla mano, con l’Agenzia delle Entrate. Gli ho poi detto che le tasse non sono bellissime ma che sarebbe giusto pagarle tutti (ed io di tasse ne ho pagate tante).

A quel punto, arriva la giusta stoccata a Le Iene:

Aiutatemi ora a capire se vi sembra normale che un qualsiasi cittadino possa essere terrorizzato e seguito per tutta la città da due persone non identificabili per ricalcare una notizia rancida e approssimativa ma soprattutto chiusa da tempo. È possibile che i diritti inviolabili della persona possano essere sacrificati da esigenze di share? Da un modo di fare televisione basato sull’aggressione fisica ed intellettiva?

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