Speciale Paolo Borsellino, Discovery ricorda del giudice a 28 anni dalla morte
Il 19 luglio ricorreranno 28 anni dalla strage di via D'Amelio, quando il giudice Paolo Borsellino e cinque uomini della sua scorta persero la vita dopo l'esplosione di un'autobomba. Per ricordare un anno terribile e significativo della storia di questo Paese, il 1992 in cui venne ucciso per mano della mafia anche Giovanni Falcone, Discovery Italia dedica una serata ai due magistrati divenuti simbolo della lotta alla mafia.
La giornata di sabato 18 luglio verrà interamente dedicata al ricordo dei due magistrati italiani con il film-documentario “Paolo Borsellino – Era Mio padre” in programma in esclusiva sulla piattaforma Dplay Plus e in autunno anche sul canale Nove. Il film consiste in una lunga lettera scritta dal figlio di Paolo Borsellino, Manfredi, ricostruisce attraverso filmati originali e testimonianze di amici più cari, la vita privata del magistrato antimafia. Nel docufilm vengono narrati i difficili anni del maxiprocesso, dettagli sull'esilio forzato all'Asinara; il ritorno a Palermo e il dolore per l'uccisione dell'amico fraterno Giovanni Falcone. Il documentario si sforza di raccontare il Borsellino uomo oltre al magistrato, i suoi tratti caratteriali, l'ironia, raccontati anche da Fiammetta e Salvatore Borsellino, principali artefici di una battaglia per la verità sul movente dell'attentato e sulla sparizione dell'agenda rossa.
Spazio al ricordo di Paolo Borsellino anche in prima serata, quando per il ciclo Nove Racconta, sabato 18 luglio alle 21.25 sul Nove il documentario “In un altro paese”. Il giornalista e scrittore statunitense Alexander Stille viene accompagnato dall'amica e fotografa Letizia Battaglia in un approfondimento delle due vicende che hanno maggiormente segnato l'Italia negli ultimi 30 anni. “In un altro paese – afferma Stille – gli autori di questa impresa sarebbero stati trattati come degli eroi, in un altro paese questi magistrati sarebbero stati messi nelle condizioni di vincere questa guerra, invece in Italia avvenne il contrario, nel giro di pochi mesi il pull antimafia guidato da Borsellino e Falcone venne stretto in una morsa che portò alla strage di mafia più cruenta della storia”.