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South Park festeggia la stagione 20, il cartone più assurdo al mondo non è mai invecchiato

Il 16 settembre in Italia, su Comedy Central, andrà in onda il primo episodio della ventesima stagione del cartone satirico. Nessun altro prodotto è paragonabile, per longevità e brillantezza: una roba che risulta assurda se raccontata a chi non l’ha mai visto, ma pure a chi l’ha visto.
A cura di Andrea Parrella
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South Park compie 20 anni, che per la verità sembrano molti meno. Anzi, per la verità sarebbero 19, ma la serie televisiva satirica americana creata e doppiata da Matt Stone e Trey Parker è giunta alla ventesima stagione, che sarà trasmessa il 16 settembre in Italia, su Comedy Central, in prima visione assoluta a solo 48 ore dalla premiere americana. L’episodio dal titolo “Grappoli di ricordi”, andrà in onda in simulcast anche su MTV (in esclusiva su Sky al canale 133). Tra i prodotti più longevi attualmente sul mercato, la serie tv ha saputo conservare negli anni una freschezza impressionante, senza mai perdere il tratto irriverente, oltre ogni limite, che l'ha sempre caratterizzato.

Quando arrivò South Park in Italia si trattava di un periodo storico in cui la televisione in chiaro aveva scoperto il genere di cartone animato scomodo, fuori dagli schemi. In una sera dell'epifania di quegli anni arrivavano su Italia 1, in una contemporaneità tutt'altro che casuale, Futurama e proprio South Park. La fine degli anni '90 ha rappresentato il momento di esplosione dei Simpson, pure esistenti da diversi anni, ma in quel periodo capaci di fare il salto da un pubblico di nicchia alla fascia generalista. Sono quelle le stagioni del cartoon di Groening più celebri, alle quali il pubblico di affezionati storici è maggiormente legato. Dopo, i Simpson sono stati travolti da un processo massimalista che ha fatto in modo da coincidere con un calo fisiologico dell'effetto dirompente del contenuto. Discorso diverso per Futurama, mai veramente esploso per quato ambizioso ed è lo stesso discorso che traccia una differenza proprio con l'evoluzione di South Park, una serie di cartoni che nel corso del tempo non ha accusato quasi mai affanno, ma anzi ha visto un notevole sviluppo, sapendosi rinnovare con l'inserimento di nuovi personaggi, la metamorfosi dei protagonisti (voci comprese) e un'irrefrenabile ed inarrestabile voglia di ribaltare il sentire comune rispetto ad alcune tematiche, con una disarmante capacità di sintesi e di follia. Con i Simpson c'è un'altra similitudine, per quanto trascinata fino a punte estreme, ovvero quella di immaginare una cittadina come il centro del mondo, il luogo in cui tutto accadesse. Springfield come South Park.

Non si contano i momenti autenticamente memorabili di South Park, che spesso coincidono con quelli più esecrabili. Provare a ricordarli, oltre ad essere un esercizio di stile non rende giustizia all'effetto conturbante, non solo divertito, che hanno generato sullo spettatore. In questi anni abbiamo assistito alla rappresentazione di George Clooney attraverso una nube di autostima, oltre che all'azzardata riproposizione di Kanye West incapace di cogliere una battuta di spirito, per la quale alla fine della puntata decide di diventare un pesce gay. Una roba che risulta assolutamente assurda a chi non ha visto l'episodio specifico, ma pure a chi l'ha visto.

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