Sonia Bruganelli: “Essere simpatica non mi interessa”
Ci accoglie negli spazi della sua casa di produzione, Sonia Bruganelli, uno studio in cui prevalgono il legno e il colore rosa. Di fianco alla scrivania una lampada di Marco Lodola attira subito l'attenzione, raffigura il suo volto, segno di un narcisismo latente che dove vuoi concederti se non nel tuo studio? È giorno, ma la lampada decidiamo di accenderla ugualmente prima di accendere le telecamere. Sonia Bruganelli è un personaggio atipico del mondo dello spettacolo, per questo interessante. Necessariamente associata a Paolo Bonolis, il conduttore con cui è sposata, affatto incline a piaggerie e preceduta dalla fama di chi possiede una schiettezza a tratti piacevole, ma a volte dura e spigolosa, Bruganelli si è raccontata in una lunga intervista a Fanpage.it (che avevamo anticipato con la sua posizione sul tema dell'aborto): "Non è che io faccia di tutto per essere antipatica semplicemente non mi interessa attirare la benevolenza delle persone per ottenere qualcosa", un'affermazione che pare una sorta di manifesto.
L'impressione è che essere simpatica proprio non ti interessi.
La bellezza e la ricchezza del lavoro che faccio sta nel poter essere serenamente quella che sono senza assecondare i giudizi degli altri. Ovvio che non sono una persona che manca di rispetto o offende, se pubblico qualcosa sul mio profilo Instagram è perché la ritengo bella e voglio essere rappresentata da cose belle. Può piacere o non piacere, mi si può criticare o meno e non mi interessa.
Molti non lo sanno, ma mastichi e fai televisione da molto tempo prima del ruolo di opinionista al GF Vip.
Il mio è tutto un percorso dietro le telecamere, ho una società che si chiama SDL 2005 perché è dal 2005 che produciamo programmi. Siamo nati come società di casting, selezionando quei personaggi che popolano i programmi televisivi, dai game show ai people show. Poi ci siamo ingranditi e siamo arrivati alla produzione. Mi sono sempre occupata di tutto ciò che riguarda la realizzazione di un programma non dal punto di vista autoriale, ma organizzativo e strutturale.
Perché i casting sono fondamentali per la Tv?
Prendiamo Avanti un altro: se io devo trovare dei personaggi che popolano quel salotto, l'autore costruisce un personaggio sulla carta e noi cerchiamo i profili più adatti a dare vita a queste suggestioni. La forza del casting è molto più evidente in programmi come Ciao Darwin, oppure Avanti un altro, dove il gioco è un pretesto per creare varietà. Ii casting non si basano sulla loro preparazione, per il 70% guardiamo il loro carattere, la personalità, le singolarità estetiche.
Il pubblico, in generale, fatica ad accettare l'idea della Tv scritta perché associa la scrittura alla finzione.
La televisione è finta in quanto scritta, ma le persone che la popolano sono vere in quanto persone. Qualsiasi programma è scritto, non si può accendere una telecamera e aspettare che le cose accadono. Le persone che stanno in quel canovaccio sono vere, c'è chi recita e chi non recita, chi recita meglio e chi recita peggio.
Recitare. Vale anche per il Grande Fratello Vip?
Il Grande Fratello è scritto quando va in onda in prima serata, perché è quello che viene venduto a una rete che ha degli spazi pubblicitari da vendere a sua volta. Mediaset è totalmente legata alla pubblicità e agli investitori, la Tv non si può fare tanto per e un'emittente deve sapere cosa manda in onda.
Quali sono le cose che non si possono dire o fare?
Si sa che nessuno potrà spogliarsi alle 10 e mezza di sera, si sa che non ci si potrà insultare, si conoscono le cose che non vanno fatte. Così come si sa che una scaletta di un programma come il GFVip è costruita su quello che è successo in settimana. Ci sono meccanismi predefiniti, regole, poi può accadere l'imprevisto, che qualcuno scleri perché siamo in diretta.
Il tuo lavoro dietro le telecamere ti ha aiutata in questa prima esperienza?
Tantissimo, non me lo ero immaginato. Aver lavorato per anni a programmi grandi e importanti, con autori e conduttori di un certo calibro, mi ha dato una conoscenza del mezzo che credo non avrei avuto nemmeno se avessi iniziato a fare Tv in prima persona dieci anni fa. Poi in questo caso sono avvantaggiata dal legame con il format, perché ho preparato una tesi di laurea sul Grande Fratello, partendo dalla bibbia di John De Mol.
Eppure è la prima volta che collabori con il programma.
Non mi hanno mai voluta come autrice, ci sono dovuta entrare da opinionista grazie a Signorini.
Ti riguardi in Tv?
Non mi riguardo mai perché non è il mio lavoro e forse proverei imbarazzo. Ho sempre dato molta importanza alla mia azienda e non alla mia immagine. Probabilmente se mi riguardsassi migliorerei, ma mi fa talmente tanta fatica mentale che nel tempo libero preferisco occuparmi dei format, di leggere un libro per il mio programma "I libri di Sonia", che considero davvero il mio mondo.
Tuo marito Paolo Bonolis che ne pensa del ruolo in Tv?
Mi conosce, sa che se accetto un programma lo faccio perché non sono fuori tono rispetto a quello che accade. Ho ricevuto complimenti ma anche critiche, però lascia il tempo che trova, visto che non sono un personaggio che ha necessità di piacere perché non vive del gradimento del pubblico.
Parlando di simpatia, pare tu non vada troppo a genio alla tua "compagna di banco" Adriana Volpe.
A volte risulto antipatica o distante perché posso permettermi di esserlo. Capisco che per chi fa un lavoro che prevede di piacere al pubblico perché sennò non viene chiamato e non lavora, la logica è completamente diversa. La differenza tra me e Adriana forse sta proprio qui: lei ha molto da guadagnare da questa esperienza e molto da perdere, io poco da guadagnare, se non per quel che riguarda l'aspetto economico, e molto da perdere, in relazione al tempo che potrei dedicare al lavoro. Così si spiega la faccia diversa quando abbiamo scoperto che si andrà avanti fino ad aprile.
Se ti proponessero un programma televisivo tutto tuo?
Lo valuterei se mi proponessero un programma da autoprodurmi, altrimenti no. Ripeto: questo non è il mio lavoro.
La televisione cerca molto il web, ma spesso ne finisce vittima al primo passo falso.
Sì, succede soprattutto per la televisione in diretta, che è una cosa coraggiosissima di questi tempi. Spesso si ha l'impressione che non si attenda altro per trovare una falla che offra il presupposto di due o tre giorni di visibilità.
È successa la stessa cosa con la frase sull'aborto di Signorini?
Tutto è nato da uno scherzo a Giucas Casella, stavamo parlando di cuccioli di cane e lui ha detto che non voleva la sua cagnolina ne partorisse 7. Oggi c'è enorme sensibilità verso il mondo degli animali, quindi questa frase ha innescato una dinamica forte, l'abbiamo vissuta con allarmismo. Presumo che Alfonso, in quella circostanza, abbia voluto istintivamente dissociarsi da quell'immagine proposta da Giucas con una certa leggerezza rispetto all'aborto spontaneo. Molte persone che hanno vissuto questa esperienza che non si augura a nessuno e lui si è trovato in questa situazione boarderline.
C'è chi ti contesta di aver approvato le parole di Signorini.
Non mi sono sentita in difficoltà in quel momento per le ragioni che ho spiegato, ma io la penso in modo diverso da Alfonso ed è una mia opinione. Purtroppo ho vissuto l'esperienza per due volte. A 22 anni, prima di conoscere Paolo, ho praticato un aborto volontario perché la persona con cui stavo non si sentiva pronta, poi un aborto spontaneo prima della nascita di mia figlia. Credo che sia importante parlarne e ben venga la possibilità per le donne di abortire.
Con Signorini avete parlato di questa cosa?
Non so cosa intendesse nello specifico Alfonso e il suo pensiero resta suo, chi si voleva dissociare si è dissociato. Non amo questa volontà di attaccare una persona fino a che non se ne veda il sangue. Non porta a nulla. Mi chiedo, se invece davanti alle parole di Giucas non avesse battuto ciglio, il giorno dopo ci sarebbe stata una levata di scudi da parte di chi è contro certe cose sui cani? Credo che tutto vada contestualizzato. La strumentalizzazione è dietro l'angolo.
Giucas Casella vince il Grande Fratello Vip secondo te?
A me piacerebbe molto, Giucas mi ha sorpreso e non ci avrei mai scommesso. Però sulla vittoria è difficile, anche perché da qui ad aprile credo entreranno molti altri in Casa.
L'ipotesi di andare in onda nel periodo natalizio ti terrorizza?
No no, niente Natale, me l'hanno assicurato, pare che per un certo periodo andrà in onda solo una volta alla settimana.
L'etichetta di "moglie di" che ti hanno affibbiata ti sta stretta?
Non è che me l'abbiano affibbiata, me la sono scelta io sposandolo. Se non avessi sposato Paolo non ci sarebbe stato un motivo al mondo perché le persone dovessero interessarsi a me e fotografarmi. Ci sta e non mi pesa affatto.
L'idea di andare in Tv in prima persona vuole essere anche una forma di emancipazione rispetto a questo titolo?
No, assolutamente, non mi è mai interessato. Anzi, negli ultimi anni è successo che ciò che ho fatto mi ha dato la possibilità di apparire indipendentemente da lui. Parlo del mio lavoro, de I libri di Sonia, dei programmi di cui mi occupo. E in fondo anche come moglie di Paolo Bonolis, perché a onor del vero ancora lo sono.