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Sollecito: “Non ho più una vita, penso sempre a Meredith. Amanda? Non ci sentiamo”

Tra cinque giorni, la Cassazione si pronuncerà sul processo di Appello che ha condannato Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher. Il giovane ha rilasciato un’intervista a Quarto Grado in cui ha spiegato come attende la sentenza.
A cura di Daniela Seclì
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Tra cinque giorni, la Cassazione si pronuncerà sul processo di Appello che ha condannato Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher. L'ingegnere pugliese ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Quarto Grado. Innanzitutto ha assicurato che si presenterà in udienza:

"Vivo questa situazione da otto anni. Non presentarmi in udienza sarebbe come nascondersi in un angolo in caso di tsunami: ti prenderebbe comunque. Quindi tanto vale affrontarlo e vedere quello che sarà della tua vita. Io ho fatto le mie scelte e non ho nulla da rimproverarmi. Sto soltanto a guardare quello che decideranno gli altri. Perché io, e ci metto anche la mia famiglia e i miei avvocati, ci abbiamo messo l’anima. E ci aspettiamo solo di essere ascoltati".

Il giovane, inoltre, ha spiegato che non sente spesso Amanda Knox:

"Sinceramente ho abbandonato un po’ la comunicazione con Amanda… perché tutta questa storia mi sta dilaniando interiormente".

Sollecito, poi, ha sottolineato che da otto anni ormai non ha quasi più una vita e si chiede che valore abbia la sua esistenza davanti ad un iter processuale tanto complesso:

"Una vita non c’è l’ho, da più di otto anni… ormai sono passati otto anni… Siamo al quinto giudizio e sono stati cambiati moventi, fatti, presunti o veri o mal letti o mistificati. C’è stato di tutto e di più. Dopo tutto questo, mi chiedo quando riuscirò a sapere che cosa ne sarà della mia vita. La mia vita che valore ha in tutto questo? Non esiste un elemento, nei documenti o nelle indagini, che possa spiegare in qualche modo un avvenimento, anche a livello temporale, in cui io vada sulla scena del crimine e mi renda partecipe di un’oscenità del genere. La mia mente non riesce a configurarsi l’ottica di ritornare lì dentro. Ma ovviamente sto affrontando tutto da persona cosciente e razionale: non ho altra chance che affrontare questa situazione di petto".

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Quando gli viene fatto notare che la sua è la posizione più sfavorevole perché trovandosi su suolo italiano, il provvedimento scatterebbe subito, lui replica:

"Questo è l’ultimo dei miei problemi. E sinceramente non sto a pensare agli altri. Di fatto, Rudi Guede non lo conosco. Amanda l’ho conosciuta per cinque giorni. Io mi preoccupo di quelli che sono i fatti e di quella che è la mia vita. Il destino degli altri non lo decido io e mai lo deciderò".

Infine, un pensiero per la vittima, Meredith Kercher:

"Mi ha sempre accompagnato il pensiero per Meredith. Soprattutto della sua famiglia, che sta soffrendo, e spero con tutto il cuore che tutti capiscano come stanno i fatti reali… come stanno le cose… in modo da poter capire e dare veramente giustizia ad una scempiaggine così assurda".

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