Sindaco di Vigevano vieta la mensa: “Spezziamo le gambe a chi non vuole pagare”
Ci sono preoccupazioni che non dovrebbero mai ricadere sulle spalle di bambini che non hanno nemmeno compiuto i 10 anni di età. Che la crisi abbia investito l'Italia intera è ormai un fatto noto ma i più piccoli dovrebbero essere tutelati dall'esplodere di vicende come quella che ha investito la scuola pubblica di Vigevano dove, per ordine del Sindaco Andrea Sala, ai bambini le cui famiglie non possono permettersi di pagare la retta prevista dalla mensa scolastica, è impedito di mangiare un pasto caldo. I bimbi in questione – lo raccontano le famiglie stesse – vengono da nuclei familiari particolarmente in difficoltà, le stesse famiglie alle quali il Sindaco ha scelto di tagliare ogni agevolazione fino a questo momento prevista in relazione alla retta per la mensa.
Il sindaco leghista Sala si è infatti proposto quale primo obiettivo la lotta ai furbetti dell'insoluto, persone appartenenti a una fascia di reddito alta che continuano a percepire per la mensa dei propri figli, i bonus previsti per le famiglie più disagiate. Questa lotta ha però finito per investire proprio quei bimbi le cui famiglie provengono realmente da contesti economici meno agiati. Le Iene hanno deciso di vederci chiaro (qui il servizio completo di Matteo Viviani) e, dopo aver raccolto l'appello di queste famiglie e delle maestre – alcune delle quali sono perfino scese in piazza per protestare contro "le aule ghetto" – hanno intervistato il sindaco Sala.
All'uomo è stato contestato il fatto che alle famiglie dei piccoli in questione viene non solo proibita la mensa, ma addirittura i bambini sono costretti a mangiare esclusivamente un panino. Le loro famiglie non possono infatti preparargli un pasto caldo da riscaldare successivamente o un insalata che renderebbe il loro pasto più completo. In caso contrario, i piccoli vengono ammoniti con note scritte sul diario da far firmare ai rispettivi genitori. Interrogato sulla questione, il sindaco ha risposto di non vedere il problema visto che le famiglie hanno la possibilità di venire a prendere i loro figli prima del normale orario di uscita, qualora non potessero permettersi di pagare la mensa scolastica. Una situazione di stallo totale dunque, con le famiglie e gli insegnanti da una parte e la giunta comunale dall'altra. Nel frattempo, però, a rimetterci sono i piccoli.