Simona Ventura e Cielo che gol, il nuovo che non trovo
Per carità, il massimo rispetto per l'intenzione di rafforzare un polo televisivo utilizzando il traino di un personaggio di spicco, che sa interpretare a pieno le tendenze e i gusti del pubblico generalista. A Cielo non si condanna nulla nelle sue intenzioni con Cielo che gol, se non forse di utilizzare una logica che si direbbe berlusconiana, cioè andare a prendere i volti noti per renderli simbolo di una neonata tv. Insomma, Simona Ventura oggi non pare dirci qualcosa di così diverso da ciò che significò Mike Buongiorno, venticinque anni fa, per Fininvest.
Quale pubblico si può conquistare? – Ciò che non si nota, forse per miopia, è il peso specifico che Cielo che gol può rappresentare nel panorama televisivo attuale, quale innovazione possa portare con sé. Si intrufola in un ambito nel quale se è vero che ci sono pochi interpreti, sempre gli stessi da anni, è altrettanto vero che il bacino di pubblico è quello, invariabile e consolidato. Guardando i dati d'ascolto delle prime domeniche (da leggere in rapporto a Cielo, ancora una piccola Tv), non pare si registrino risultati sontuosi. Ma questo è poco importante, in virtù delle difficoltà iniziali ad acquisire visibilità. Personalmente si può solo constatare poco spazio da conquistare; in sostanza un programma che ha scarse opportunità di attrarre nuovo pubblico, ma semmai la prospettiva, a lunga scadenza, di rubarne alla concorrenza.
Dove non c'è domanda, l'offerta non ha senso – Perché di fatto, cosa offre Cielo che gol, in più, rispetto a Quelli che il calcio? Sì, possono cambiare gli interpreti, si potranno trovare personaggi più attraenti e simpatici e ci sarà il fattore minimale del treno dei gol in chiaro, in esclusiva. Ma parliamoci chiaro: del grande pubblico, quello interessato, che percentuale giunge alle ore 18 senza aver ancora visto le immagini salienti delle partite di calcio? Con uno smartphone basta un'applicazione per vedere i gol su Youtube pochi secondi dopo siano stati reaizzati e Sky, paradossalmente, da lusso si sta trasformando in esigenza. Pare proprio una legge base dell'economia: dove non c'è domanda, è inutile creare offerta. Poi è chiaro che il merito sta anche nel vedere delle prospettive in un mercato apparentemente saturo. Prospettive che noi miopi non vediamo, ma che ci auguriamo esistano per la carovana di Simona Ventura