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Si sposano a Matrimonio a prima vista e poi chiedono l’annullamento, ma il tribunale dice no

Stefano Soban e Sara Wilma Milani non hanno ottenuto l’annullamento delle nozze. Quel matrimonio celebrato nel 2016 durante una puntata del reality show Matrimonio a prima vista, in onda su Sky, è stato ritenuto pienamente valido dal tribunale. Da qui il calvario dei due sposi che dovranno tentare una strada differente per potersi separare.
A cura di Stefania Rocco
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Stefano Soban e Sara Wilma Milani, protagonisti di una puntata del reality show Matrimonio a prima vista andata in onda nel 2016, non possono ancora separarsi. È quanto disposto dal tribunale di Pavia che ha ritenuto il matrimonio celebrato tra i due pienamente valido. La vicenda è curiosa. Stefano, titolare di una gelateria di Alessandria, aveva accettato di partecipare alla seconda edizione del reality show di Sky sposando la cantante Wilma, originaria di Abbiategrasso.

Come funziona Matrimonio a prima vista

Il format prevede che i protagonisti si sposino “a prima vista”, bypassando la lunga fase di conoscenza. Sostanzialmente, due sconosciuti accettano di essere ripresi dalle telecamere della trasmissione per 3 mesi, dai preparativi per le nozze alle settimane che seguono la cerimonia. Il contratto prevede una penale salata in caso di abbandono: 100 mila euro. Chiaramente, fin dall’inizio è prevista una exit strategy: i coniugi hanno facoltà di chiedere la separazione consensuale entro 6 mesi, con i osti a carico della produzione.

La separazione negata

Dopo le nozze regolarmente celebrate, a Stefano e Wilma basta pochissimo per capire di non essere compatibili. L’imprenditore racconta: “Ci siamo resi conto che non eravamo così compatibili. Litigavamo spesso, quindi abbiamo pensato di chiedere subito la separazione. A quel punto sono iniziati i problemi”. D’accordo con la produzione, Wilma si reca in municipio ad Abbiategrasso per avviare la pratica ma l’ufficiale di stato civile riscontra un’irregolarità nel contratto di nozze: data e luogo non coincidono. La donna racconta: “Mi sono rivolta all’avvocato e ho presentato richiesta di annullamento del matrimonio in tribunale. Ma le irregolarità di forma, come abbiamo appreso dalla sentenza, non sarebbero così rilevanti. Una situazione surreale che vorrei risolvere al più presto. Stiamo valutando il ricorso in Appello”. Il tribunale di Pavia sostiene che il vizio di forma non sia sufficiente a ritenere nullo il contratto matrimoniale tra i due. Per il momento, quindi, Stefano e Wilma restano marito e moglie: sarà un eventuale ricorso a riscrivere il finale di questa storia surreale.

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