Serena Grandi: “Mi hanno distrutto la vita, avevo un carcinoma al seno e non se ne sono accorti”
Serena Grandi è intervenuta nel corso della puntata de I fatti vostri, trasmessa mercoledì 3 giugno. L'attrice, insieme all'avvocato Bruno Sgromo, ha parlato del calvario vissuto a causa di un tumore al seno. Lo scorso anno, la Grandi aveva condiviso il suo dolore con i fan. In collegamento con il programma di Giancarlo Magalli, ha raccontato che il carcinoma al seno poteva essere diagnosticato ben 11 mesi prima, con conseguenze nettamente meno gravi rispetto a quelle che ha dovuto affrontare.
Il carcinoma di 5 centimetri diagnosticato tardi
Secondo quanto racconta Serena Grandi, il suo calvario avrebbe avuto inizio a seguito di un intervento estetico: "Ho voluto fare un'operazione alla pancia e hanno aggiunto un lifting al seno". Purtroppo, però, al momento dell'intervento le cose non sarebbero andate per il verso giusto:
"Quando hanno aperto c'era un carcinoma di cinque centimetri di cui io non sapevo assolutamente niente. Erano loro che dovevano saperlo e vederlo. Io faccio l'attrice, non vedo le cose mediche. […] In soldoni, il medico avrebbe aperto e richiuso dopo aver messo del lipofilling. Il grasso non andava giù perché c'era un impedimento, un grosso carcinoma. Ci penserà l'avvocato a capire se il medico abbia visto quel carcinoma".
L'attrice, comprensibilmente amareggiata, ha concluso spiegando che dovrà sottoporsi a una ricostruzione che durerà due anni: "Mi hanno rovinato la vita, oltre a quel problema grosso c'è un addominoplastica che fa veramente piangere. In questo momento sento di non avere più futuro. La mia grande bellezza ormai è svanita. Dovrò affrontare una ricostruzione che durerà due anni, per tornare a essere una donna normale".
Le parole dell'avvocato di Serena Grandi
Nel corso del programma I fatti vostri, è intervenuto anche Bruno Sgromo. L'avvocato di Serena Grandi ha dichiarato che per studiare "la responsabilità medica" si è rivolto a diversi specialisti "un medico legale, un oncologo, un radiologo, un chirurgo e uno psichiatra", così hanno rilevato "una cartella clinica lacunosa". Sgromo ha spiegato che prima dell'intervento di chirurgia estetica, non sarebbero stati fatti tutti gli esami che avrebbero permesso di diagnosticare il carcinoma ben 11 mesi prima:
"Non sono stati fatti quegli esami preoperatori, morfologici che da linee guida vanno fatti e che avrebbero individuato il tumore già nel febbraio del 2018. In ambito oncologico, il tempo è fondamentale. Una cosa è individuare un tumore 11 mesi prima, una cosa è individuarlo 11 mesi dopo. Era un tumore allo stadio 2, con una prognosi quoad vitam del 90%, dopo 11 mesi questa prognosi è cambiata. Il tumore è evoluto, si è passati da uno stadio 2 a uno stadio 3, quindi la prognosi quoad vitam è scesa di 20 punti percentuali, che è tantissimo. Il danno estetico, poi, è rilevantissimo. 11 mesi prima non si sarebbe posto in essere un intervento chirurgico così demolitivo".