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Scuole aperte fino a fine giugno, il prof Andrea Maggi de Il Collegio: “Sarebbe una tortura”

Andrea Maggi, docente di professione e molto amato per la sua partecipazione al programma Tv Il Collegio, si rivolge pubblicamente a Mario Draghi dopo la proposta del presidente incaricato di prolungare l’anno scolastico fino al 30 giugno per recuperare le ore perse a causa del Covid: “Ci sono aule che dalle dieci antimeridiane sono invivibili già in primavera. Figuriamoci cosa possono diventare d’estate”.
A cura di Andrea Parrella
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Si sta avviando a conclusione il secondo giro di consultazioni di Mario Draghi con le forza politiche per la formazione di un nuovo governo e tra le priorità del Presidente incaricato ci sarebbe la scuola. Con un dettaglio di cui si parla molto in queste ore: prolungare l'anno scolastico fino al 30 giugno per recuperare le ore perse quest'anno a causa della pandemia da coronavirus.

Ipotesi sulla quale si è aperto un dibattito acceso che ha visto inserirsi nella discussione pubblica vari rappresentanti del mondo della scuola. Tra i quali Andrea Maggi, docente di professione e personaggio molto amato per la sua partecipazione al programma Tv di Rai2 Il Collegio, in onda da diversi anni. Intervenendo sulla questione, Maggi ha detto la sua senza mezzi termini attraverso un posto pubblicato sul suo profilo Instagram, in cui si rivolge direttamente a Mario Draghi. Questo il contenuto del suo messaggio:

Egregio Mario Draghi,
Le è capitato di entrare di recente in un’aula scolastica a luglio? Suppongo di no, altrimenti non le sarebbe nemmeno venuto in mente di prevedere un calendario scolastico più lungo.
Le posso assicurare, giacché insegno da diciassette anni, che già dalla seconda metà di maggio nelle scuole di tutta Italia è necessario fare lezione con le finestre spalancate per non morire di caldo. Non sto esagerando. Ci sono aule che dalle dieci antimeridiane sono invivibili già in primavera. Figuriamoci cosa possono diventare d’estate! E questo vale per le scuole del nord come per quelle del sud.
Consiglio di non squagliare gli studenti (né i docenti) dopo un anno estenuante come quello che stanno passando, costringendoli a lessarsi al caldo dopo essersi “lessati” davanti ai monitor dei loro computer per la didattica a distanza. Sarebbe una tortura inutile. Si concentri piuttosto su una riforma che dal prossimo anno rimetta in primo piano il sapere. Si lavori affinché, dopo questa “sbornia digitale” scolastica, non si confondano i contenuti informazionali ricavabili dalla rete con i contenuti empirici. È un equivoco su cui vale la pena ragionare. Ne va del valore dello studio e dello studiare da ora in avanti.

L'appello di Andrea Maggi

Quindi l'appello finale a coinvolgere in questo processo il personale scolastico: "Non procediamo avventatamente, prolungando in modo insopportabile quest’anno scolastico già di per sé esasperante. Avviamo una riflessione fin da adesso su ciò che è funzionato e su ciò che invece non è andato bene, per programmare il prossimo anno scolastico con obiettivi ben precisi. E per una volta dopo trent’anni di riforme scolastiche calate dall’alto, La scongiuro, coinvolga la base. Noi, i docenti".

Tra le idee di Draghi anche l'assunzione di docenti

Non solo il prolungamento dell'anno scolastico fino alla fine di giugno, tra le priorità che Draghi avrebbe palesato alle forze politiche incontrate in questi giorni ci sarebbe anche la ferma intenzione di investire sul sistema di formazione. a cominciare proprio dal personale scolastico. Nell'interlocuzione con i rappresentanti di partito il presidente incaricato si sarebbe soffermato a lungo sul fatto che quest'anno mancavano 10mila insegnanti a inizio anno. Con ogni probabilità, dunque, ci saranno nuove assunzioni, per evitare che ci siano classi che, ad anno scolastico iniziato, si ritrovano senza professori assegnati.

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