Schiavone sui rifiuti tossici in Campania: “Non si dice tutto quello che si dovrebbe”
Nadia Toffa ha incontrato Carmine Schiavone, il pentito di camorra pentitosi vent'anni fa e le cui dichiarazioni sullo sversamento dei rifiuti tossici in Campania sono state desecretate solo da pochissimo. Le affermazioni del pentito sono allarmanti e, per quanto oramai la questione sia stata ormai resa nota, la pesantezza delle sue affermazioni restano di una durezza incredibile. La Toffa gli chiede se oggi si penta: "Non mi posso pentire perché non l'ho fatto e non l'avrei permesso. Parlo dell'immondizia tossica. Quando ho capito che non c'era da fare mi sono pentito".
Poi prosegue con i racconti sul come nacque il fenomeno degli sversamenti sviluppatosi allora, sottolineando la connivenza totale del mondo della politica e delle istituzioni locali d'allora: "Un uomo della P2 venne da me per chiedermi di fare questo commercio e gli dissi che non se ne faceva nulla. 470 camion giravano nei paesi in cui sono stati sversati i rifiuti. Arrivavano i camion con tanto di bolla fatta ad arte, che scaricavano di notte, di giorno, a qualsiasi ora […] Io prego Dio che il nucleare sversato non si sia ancora aperto, altrimenti è già entrato nelle falde acquifere. Nessuno discuteva, i politici erano tutti a mensile".
Nadia Toffa gli chiede per quale motivo a suo parere tutto sia rimasto segreto fino ad oggi, e la sua risposta, per quanto agghiacciante, risulta scontata: "Non vogliono allarmare l'opinione pubblica, non dicono tutto quello che ci sarebbe da dire. Come stato, come politica non avrebbero desecretato i documenti adesso, ma l'opinione pubblica l'ha voluto, sono stati costretti". La Iena va anche a parlare con le persone che hanno coltivato o costruito casa sui terreni che lui dice siano stati contaminati e le risposte lasciano basiti.