Santoro vs Brunetta: Servizio Pubblico finisce tra le urla
La puntata di Servizio Pubblico si chiude con un battibecco che, visti i protagonisti, ci saremmo aspettati ben prima della parte finale di trasmissione. Renato Brunetta, ospite della puntata del 22 novembre, ha chiaramente interpretato il ruolo che in questa sede gli viene chiesto di interpretare, ovvero provare a contrastare alla meglio una situazione che gli è certamente avversa, sia per il pubblico prevalente che popola gli studi di Michele Santoro, sia per Santoro stesso, che da scaltro qual'è sa quando e come scenate come quella di ieri vadano fatte.
Tutta nasce dalla Costamagna – E' proprio lui, infatti, a litigare con l'ex ministro poco prima di introdurre l'ultima pausa pubblicitaria precedente solo all'esibizione di Vauro. Tutto nasce da una domanda di Luisella Costamagna, che erroneamente chiede a Brunetta se la sua posizione di professore associato all'università fosse giunta non tramite regolare concorso, ma attraverso sanatoria, così come la biografia del ministro direbbe. Brunetta la smentisce, dicendo di aver chiarito si trattasse di una falsità già un anno fa, ospite da Lilli Gruber. Con un po' di ragione ha contestato alla Costamagna di non essere troppo al passo coi tempi. Ha chiosato Santoro, dicendo che su internet si sarebbe potuto trovare tutto per stabilire se Brunetta avesse ragione o no.
Il perché della lite – A questo punto Brunetta ha chiesto a Santoro del suo compenso, di quanto percepisca da La7, un'azienda in perdita, e l'altro l'ha prontamente punzecchiato ricordandogli che il suo sia un programma indipendente e che non percepisca da La7 alcuno stipendio. Il senso era ritirare fuori una questione risalente al 2010 quando Brunetta, allora ministro, fece approvare una legge sulla base della quale tutti i conduttori avrebbero dovuto rendere pubblico il proprio compenso, prestazioni straordinarie incluse. Michele Santoro prontamente pubblicò il suo CUD (ad onor del vero ne riportiamo l'immagine in cui è leggibile la cifra), chiedendo a Brunetta di fare lo stesso.
Immancabili sgradevoli frammenti di tv – Ciò che emerge dalla lite in trasmissione è che non tutti i conduttori del servizio pubblico, al tempo, si sarebbero sbrigati a svolgere quella procedura (Santoro cita Vespa) e contesta a Brunetta di non andare ad indagare lui, che espone tutto alla piena luce del sole, ma di chiedere trasparenza a chi, in Rai, non l'ha sempre data. Tra grida di Santoro e frasi ripetute in stile "Sgarbiano" da parte di Renato Brunetta, si è consumato un brutto momento di televisione. Il conduttore, rendendosene conto, ha prontamente chiesto scusa per lo sfogo. Un presentimento si fa strada: possiamo immaginare il momento in cui l'Auditel avrà registrato il picco di ascolti massimo.