Santoro provoca Passera a Servizio pubblico: un milione per le frequenze tv
Nella puntata di Servizio pubblico del 15 dicembre 2011 Michele Santoro si è posto l’obiettivo di “Riempire il vuoto”. Ma a quale vuoto si riferisce? Le interpretazioni possono essere molteplici e si evince che ci sono ancora molti vuoti da riempire come quello di una pluralità informativa che vada al di là di un duopolio Rai e Mediaset e che permetta anche ad altri soggetti di comprare, per esempio, le frequenze digitali per poter trasmettere senza problemi. Sarà proprio questo l’argomento della copertina di Santoro a Servizio pubblico, che si è rivolto proprio al ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera, chiedendo la possibilità di poter acquistate le frequenze con il milione di euro raccolto con la sottoscrizione messa in pratica dalla trasmissione Servizio pubblico. Michele Santoro si è così rivolto a Passera:
Caro Ministro Passera la prima proposta la facciamo noi: un milione di euro per potere avere i canali e poter trasmettere. Lei annulli l'attuale gara di ‘bellezza' e vedrà che ci sarà chi si presenterà a questa nuova gara, a partire da noi. Un milione di euro per le frequenze di 6 canali di Servizio Pubblico.In una settimana potrebbero diventare 100 milioni.
Il giallo sul "beauty contest" nella copertina di Santoro a Servizio pubblico
Santoro ha fatto riferimento all’asta sulle frequenze tv, il "beauty contest", che non è stata più fatta perché, in sostanza, non c’erano partecipanti. E quindi, provocatoriamente Santoro si è messo in lista per acquistarle facendo una vera e proprio proposta e concludendo che “un milione di euro è meglio di niente”.
La puntata poi è stata aperta dall’esibizione di Fiorella Mannoia e Frankie HiNrg che, insieme a Natty Fred, hanno cantato “Non è un film”. E poi con gli ospiti in studio il Governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, l’ex vicepresidente di Confindustria Guidalberto Guidi, i giornalisti Franco Bechis e Luisella Costamagna si è parlato degli 800 licenziamenti fatti da Moretti, l’a.d. di Trenitalia) e poi dell’iniqua manovra economica del governo Monti fino ad arrivare agli scontri di Firenze in cui è esplosa una violenta repressione contro la comunità senegalese.