Santoro potrebbe cedere la conduzione di “Servizio Pubblico” a Giulia Innocenzi
L'indiscrezione è servita, consistente o meno che sia. Come spesso accade in casi di questo tipo è Dagospia a dettare l'agenda e la creatura di Roberto D'Agostino questa mattina ha reso pubblica l'ipotesi che Michele Santoro possa concretamente fare, quanto prima, ciò che si vociferava da tempo, ovvero lasciare la sua ultima creatura Servizio Pubblico. Dopo la pausa di due settimane a febbraio, il programma in onda su La 7 ha ripreso in concomitanza con l'arrivo del governo guidato da Matteo Renzi. Eppure tra gli ascolti che non brillano e l'apparente mancanza di entusiasmo, sembrerebbe essere subentrata quella dinamica secondo la quale Santoro, in mancanza del suo acerrimo "nemico" Berlusconi, manchi della spinta necessaria.
Vero o no che sia, secondo Dagospia il conduttore starebbe seriamente meditando di lasciare la nave in anticipo, prima del termine della stagione televisiva, soprattutto perché alle porte ci sono elezioni europee che restringerebbero la libertà editoriale per effetto della par condicio. E che ne sarebbe in quel caso di Servizio Pubblico? La più impensabile, ma d'altronde fisiologica delle ipotesi: la conduzione delle ultime quattro puntate del programma verrebbero affidate a Giulia Innocenzi. Va detto ad onor del vero che non vengano indicate particolari motivazioni, né specificate le fonti.
E' da tempo che il conduttore desidera orientarsi verso obiettivi differenti, non ha mai fatto segreto di volersi dedicare alla docufiction e a progetti di altro stampo rispetto rispetto al canonico talk. In qualunque modo vada, che si tratti di un'ipotesi concreta o meno, come ciliegina sulla torta Dagospia infarcisce la notizia con un particolare: per la sua uscita di scena Santoro starebbe facendo di tutto al fine di intervistare il pezzo di mosaico mancante, vale a dire Beppe Grillo. Un'intervista ipotetica che porterebbe sicuramente alla mente l'oramai celeberrima intervista a Berlusconi durante la campagna elettorale del febbraio 2013, quando il Cavaliere spazzolò la sedia dove si era seduto Travaglio.