Santoro non si è arricchito col 33% di share registrato grazie a Berlusconi
Qualcuno ha pensato che l'ospitata di Silvio Berlusconi a Servizio Pubblico fosse il modo migliore per far schizzare in alto gli ascolti del programma d'informazione di La7 il quale ha sempre mantenuto una buona media ma sicuramente non è più riuscito ad avere gli stessi consensi che raccoglieva su Rai 2. D'altronde il pubblico è nettamente differente. Anyway, l'arrivo di Silvio Berlusconi, ospite della trasmissione di Santoro, ha fatto salire lo share al 33,58% con ben 8.670.000 telespettatori (oltre i 15 milioni e mezzo i contatti). Numeri da capogiro che non hanno riempito le tasche di Michele Santoro il quale ha precisato nel dettaglio come viene pagato dalla società che produce il programma. Ecco le dichiarazioni del giornalista al Corriere:
Quando il programma fa il 12% di share le fasce si bloccano e La7 paga il massimo. Se facciamo anche il 20% o l'80% non cambia nulla. Servizio Pubblico guadagna comunque la stessa cifra: Berlusconi in questa storia non c'entra niente. In tutte le puntate abbiamo sempre raggiunto il 12% di ascolti. Tra l'11% e il 12% ci sono solo 20 mila euro di differenza che vanno al programma e non a Michele Santoro, questo sia chiaro.
Santoro non è un dipendente di La7, in altre parole la piccola rete di Telecom Italia compra ogni settimana la puntata che viene trasmessa in diretta dagli studi di Cinecittà. Nella questione è intervenuto pure il Direttore di rete Paolo Ruffini che ha rincarato la dose confermando quanto detto dal giornalista-conduttore:
Il costo della puntata è pagato non a Santoro ma alla Zero Studios che produce il programma.
Nel frattempo La7 rimane nelle mani di Telecom Italia; dunque, mentre Santoro e Ruffini spiegano ai telespettatori come e quanto rende Servizio Pubblico a La7, nei piani alti della rete televisiva che ha sfidato il duopolio Rai–Mediaset si decide il futuro. Secondo l'Huffingtonpost, nel corso del Cda di Telecom Italia sarebbero state scartate tutte le offerte ritenute insoddisfacenti e dunque la scadenza sarebbe stata prorogata al 7 Febbraio prossimo. I potenziali acquirenti rimangono Clessidra e Cairo ma la preferita potrebbe essere la prima con un'offerta intorno ai 300 milioni di euro, comunque inferiore rispetto alle aspettative di Telecom.