Sanremo è finito, Amadeus ha lasciato un’idea musicale che speriamo sia seguita
Arrivati alla serata finale – terminata con la vittoria dei Maneskin – possiamo dire che questo Sanremo 2021 a livello musicale è stato uno dei migliori degli ultimi anni. Non è semplice trovare una quadra di un festival che deve accontentare tantissimi palati, su una rete nazionale come quella di Rai1. E ovviamente per accontentare tutti si scontentano molti, soprattutto chi non capisce che il cast deve essere variegato per tentare di accontentare una platea ampia. Ma soprattutto non si capisce che è impossibile che il Festival di Sanremo possa accontentare solo i propri gusti.
Amadeus tenta un cast ancora più giovane e coraggioso dello scorso anno e di questo gli si può dare atto. Non era semplice, è effettivamente un anno complesso per tutti, compreso il settore musicale. Amadeus ha tentato di mettere insieme un cast che incrociasse i gusti di chi ascolta la radio e ascolta la musica in streaming. Ha messo un freno alla trap più spinta, ha scelto un rap più "cantautorale", e ha tirato fuori dal cilindro nomi che col tempo si sono rivelati una sorpresa anche per chi ha poco a che fare con la musica contemporanea.
È l'esempio di Colapesce Dimartino che comunque hanno chiuso una delle serate – quella con la votazione della sala stampa – in testa alla classifica, ma anche band cult dell'indie contemporaneo come La rappresentante di lista e i Coma_Cose, ha portato sul palco un talento come Madame, un testo che prende in giro il sistema stesso sanremese come quello di Willie Peyote, ha tentato di andare incontro a un pubblico giovane con Gaia, per esempio, o Fasma, ancora una volta uno degli artisti più seguiti, ha messo giù voci importanti e caratteristiche come quelle di Ghemon, Malika Ayane, Annalisa e Noemi e ha scommesso su artisti come Extraliscio (menzione d'onore per chi scrive) fino a portare sul palco forse quella che si è rivelata la più punk, ovvero Orietta Berti.
Indipendentemente dallo show, a volte molto lento, altre volte incomprensibile per le commistioni alto-basso, o per momenti di ironia un po' strani, ad Amadeus va riconosciuto di aver fatto un bello sforzo per svecchiare il cast musicale, proseguendo e azzardando anche là dove avevano cominciato i suoi predecessori Conti e Baglioni, giocandosi un all in nel suo secondo e ultimo anno. Grazie Ama, speriamo che chi verrà dopo capirà lo sforzo fatto a livello musicale e capisca che Sanremo non è solo passerella di grandi vecchi, ma anche occasione di scoperta e valorizzazione di band che lo meritano.