Sandro Piccinini verso l’addio a Mediaset, ennesimo sintomo di un’era che finisce
I cronisti sportivi storici di Mediaset non sono solo volti e voci note del giornalismo italiano. La loro storia professionale è strettamente connessa ad un'epoca, quella dei fasti berlusconiani dei primi anni '90 fino ai 2000, che sembra destinata all'epilogo, se non ad un ridimensionamento inevitabile. L'impero romano cadde formalmente il 4 settembre del 476 dopo Cristo, ma la sua fine era cominciata da tempo e per quanto Silvio Berlusconi non abbia alcuna intenzione di abbandonare il mondo della politica, la cessione del Milan dopo 31 anni e il progressivo arretramento di Mediaset Premium da un ruolo di prima fila, concorrenziale a Sky, nel racconto del mondo del calcio, sono due fattori emblematici di una decrescita evidente. Dopo l'addio di Guido Meda di due anni fa, a lasciare Sport Mediaset potrebbe essere un'altra voce storica, quella di Sandro Piccinini.
Telecronista memorabile, precursore dello stile di telecronaca contemporaneo, almeno in Italia, secondo indiscrezioni rese note da Giancarlo Dotto su Dagospia Piccinini potrebbe dire addio a Mediaset dopo la prossima stagione, ovvero l'ultima nella quale l'azienda di Cologno Monzese avrà l'esclusiva della Champions League:
Il condizionale è d’obbligo – scrive Dotto – solo perché la notizia non è ancora ufficiale. Piccinini lascerebbe Mediaset Premium, ma resterebbe a Mediaset, ancora per un anno, solo per le telecronache in chiaro della Champions, con la benedizione di Piersilvio Berlusconi. Come è noto, dalla stagione successiva, 2018-19, i diritti della Champions passeranno a Sky, con tutte le conseguenze del caso.
Le conseguenze potrebbero essere proprio quelle di un clamoroso passaggio di Piccinini a Sky, cui disse di no diversi anni fa. Un investimento, quello dell'esclusiva Champions, con il quale Mediaset Premium credeva di riuscire a mettersi definitivamente al pari della concorrente Sky e che invece non ha portato il numero di abbonati nei quali si sperava. Oggi, invece, le prospettive dell'azienda sono fortemente ridimensionate, come specifica l'articolo di Dagospia: "La nuova linea editoriale di “Premium”, comunicata di recente dallo stesso Piersilvio agli azionisti (formula più leggera, rinnovamento e contenimento dei costi, meno centralità al calcio, fino alla possibile rinuncia totale dei diritti) sta accelerando un finale di partita che era già nell’aria tra l’azienda e la sua voce copertina del pallone".
Nel frattempo Piccinini non conferma né smentisce, commentando cauto, su Twitter, le parole di uno degli ospiti storici del suo format domenicale Controcampo, oltre che coautore del libro "Mucchio selvaggio", edito diversi anni fa: "Leggo su Dagospia news sul mio futuro. Ma sono appena tornato da una vacanza, con l'azienda parlerò solo lunedì. Vi tengo aggiornati!".
La carriera di Sandro Piccinini
La carriera di Piccinini come telecronista sportivo è frutto di una rinuncia, quella a seguire le orme del padre, calciatore anche della nazionale. Lascia le giovanili della Lazio e si iscrive all'università di Torino, frequentando la scuola di giornalismo. Tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli '80 collabora con diverse reti private come radiocronista, tra queste TeleRoma56, dove lancia nuovi talenti come Caressa e Marianella, poi diventati voci di Sky. Il periodo d'oro in Fininvest comincia nel 1984 ed è un continuo crescendo, dalle telecronache a Guida al Campionato, che conduce con Maurizio Mosca per sette stagioni, fino agli anni in cui si alterna con Bruno Longhi nel racconto della Champions League (è lui il telecronista della finale tutta italiana del 2003 e della sconfitta clamorosa del Milano col Liverpool nel 2005). Ma il vero successo di pubblico arriva nel 1998, quando nasce Controcampo, il programma di approfondimento rivale della Domenica Sportiva. Sono anni in cui il salotto di Italia1 si arricchisce di personaggi fissi che creano un piccolo micromondo di consuetudini, su tutti Giampiero Mughini e i volti femminili di Elisabetta Canalis e Luisa Corna dopo. Poi, dopo 7 anni, Piccinini lascia ancora, in favore di Alberto Brandi. Oggi Piccinini è simbolo della telecronaca in stile moderno e i suoi modi di dire come "sciabolata morbida", "mucchio selvaggio", "prova lui", sono diventati i simboli di uno stile inconfondibile, amato da più generazioni.