Sabrina Ferilli querela Poltrone e Sofà: sfrutta la mia immagine
Sabrina Ferilli, ritornata recentemente in prima serata in tv per aver premiato Giuliano Cimetti con il titolo di Mister Grande Fratello 11, è stanca dei famosissimi spot che, da anni ormai, la ritraggono quale testimonial dell’azienda Poltrone e Sofà. E’ di oggi, infatti, la notizia secondo cui l’attrice avrebbe deciso di querelare la famosa società di arredamento, colpevole di aver strumentalizzato troppo a lungo la sua immagine.
Il diverbio riguarderebbe il mancato adempimento al contratto stipulato da parte dell’azienda che, diversamente da quanto pattuito, avrebbe trasmesso ben 190 spot in tv, contrariamente a quanto dichiarato nel contratto firmato dall’attrice, impegnatasi per la trasmissione di soli 90 messaggi promozionali da mandare in onda in un periodo compreso tra il 1 aprile 2008 e il 31 maggio 2009. Infastidita dall’atteggiamento di Poltrone e Sofà, la Ferilli ha deciso di chiedere un mega risarcimento di ben 5 milioni di euro per i danni causato alla sua immagine e, soprattutto, per il mancato rispetto dei patti. La crisi tra la compagna di Flavio Cattaneo e la società era già nell’aria. Da qualche giorno, infatti, in tv assistiamo alla stessa tipologia di spot che, questa volta, hanno però scelto per protagonista l’attore Teo Teocoli, prestatosi nella doppia veste di venditore e acquirente.
La sostituzione ha destato i sospetti dei fan dell’attrice che hanno cominciato a chiedersi quale fosse il motivo nascosto dietro quest’improvviso cambio di rotta. Differentemente da quanto accaduto con Bianca Balti subentrata a Belen negli spot Tim, in questo caso non sarebbe stata l’azienda a propendere per il cambiamento. La Ferilli, d’altra parte, è una testimonial d’eccellenza. Sabrina, però, ha ormai preso la sua decisione e, supportata dal suo staff legale, non sembrerebbe disposta a tirarsi indietro. La battaglia è appena iniziata e Poltrone e Sofà, in questo caso, potrebbe vedersela davvero brutta. L’esorbitante cifra richiesta, infatti, minaccia di provocare grossi sconvolgimenti. E, almeno in questo caso, ai dirigenti della società non basterà una seduta di relax in poltrona a risolvere ogni problema.