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Rula Jebreal: “Parlare dello stupro di mia madre mi ha liberata”

La giornalista è stata ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, raccontando la vicenda vissuta da sua madre, vittima di violenza e per questo suicidatasi: “Per anni mi sono vergognata di mia mamma. In Medio Oriente c’è proprio lo stigma dello stupro che viene considerato un disonore ed è anche per questo che si impone alle donne il silenzio.
A cura di Andrea Parrella
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Rula Jebreal è tornata a raccontare la sua difficile storia personale, divenuta nota in particolare in Italia dopo la sua partecipazione al Festival di Sanremo del 2020. La giornalista italo-israeliana si è confessata sabato 20 marzo durante un'intervista a Verissimo, in occasione della presentazione del suo nuovo libro "Il cambiamento che meritiamo", che le ha permesso di ripercorrere la sua storia complessa, caratterizzata dalla tragica vicenda familiare riguardante sua madre che, vittima per anni di abusi, si è tolta la vita.

Il racconto di Rula Jebreal

Jebreal ha ammesso a Silvia Toffanin: "Per anni mi sono vergognata di mia mamma. In Medio Oriente c'è proprio lo stigma dello stupro che viene considerato un disonore ed è anche per questo che si impone alle donne il silenzio. Soltanto pochi anni fa ho deciso di raccontare questa storia che potrebbe aiutare anche altre donne e parlarne mi ha liberata".

"Quello che è successo a mia madre non è un'eccezione"

La sua storia è divenuta motivo di testimonianza a sostegno di una questione ben più ampia, relativa ai diritti di tutte le donne. La storia di sua madre le offre costantemente spunti di riflessione importanti perché le dà modo di capire qualcosa in più rispetto alla condizione generale che le donne vivono in questa società, spesso vittime di violenza:  "Quello che è accaduto a mia mamma purtroppo non è l'eccezione. Il suo è stato un abuso avvenuto all'interno delle mura di casa, come nell'80% dei casi", ha raccontato la giornalista nel corso della puntata di Verissimo. Per poi aggiungere: "Quando mia mamma ha denunciato non le hanno creduto e purtroppo anche questo è quello che succede a tante donne. Mia mamma si è suicidata perché ha subito una doppia ingiustizia: dallo stupratore, il suo patrigno, e dalla società che non le ha creduto". 

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