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Rossella Brescia: “Bullizzata a Miss Italia, mi dicevano che ero brutta e decisi di ritirarmi”

Rossella Brescia ricorda quando, a 19 anni, si ritirò dal concorso di Miss Italia. A cagionare la scelta di non prendere parte alle selezioni sarebbe stato uno degli organizzatori. “Mi diceva che ero brutta, che non sapeva come avevo fatto a passare” ricorda. Quelle parole la spinsero a ritirarsi dalla gara.
A cura di Stefania Rocco
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Ospite di Caterina Balivo a Vieni da me, Rossella Brescia fa luce su un doloroso episodio del suo passato. Aveva 19 anni quando,dopo avere vinto due fasce e altrettante selezioni, approdò a Miss Italia. In quell’occasione, mentre si apprestava a respirare quell’atmosfera da sogno, la ballerina visse qualcosa che la spinse a invertire il senso di marcia: uno degli organizzatori prese a bullizzarla, a ripeterla che non era adatta a gareggiare con le ragazze più bella d'Italia, che non era all'altezza dei titoli già vinti né di quelli in palio.

L’intervista a Vieni da me

Ospite della trasmissione di Rai1, la Brescia ricorda: “Non avevo proprio dei numeri fortunatissimi durante le selezioni. Avevo il numero 17 a Miss Martina e il numero 13 a Miss Sorriso Puglia però ho vinto le fasce, ma poi c'è un tasto dolente… Partii per andare a Salso Maggiore però fui stoppata prima. Vi starete chiedendo da cosa ma purtroppo c'era una persona che organizzava il concorso all'epoca che mi continuava a dire: ‘Sei brutta, ma io non so come hai fatto a vincere e arrivare fin qui perché sei veramente brutta’”.

La crisi e la decisione di ritirarsi

Quelle parole pronunciate con disprezzo fecero male a Rossella, all’epoca giovane e insicura. Pian piano si fece strada nella sua testa il desiderio di tornare all’ambiente sicuro rappresentato dalla sua casa. Bastò qualche linea di febbre per spingerla a mettere in pratica quel proposito: “Era il mio primo viaggio e avevo solo 19 anni. Ero molto piccola anche di testa e lui continuava a dirmi queste cose che mi facevano male. Ricordo che ero stressata, ero nervosa e agitata. Mi venne la febbre e chiesi a questa persona, che era il nostro referente, se poteva darmi un'aspirina per stare meglio. Mi disse di tornare a casa perché non sarei andata da nessuna parte in quello stato e così feci. Me ne tornai a casa”.

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