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Roberto Giacobbo: “Ho contratto il Covid-19, sono stato in rianimazione. Ero a un passo dalla morte”

Roberto Giacobbo è tra gli ospiti della puntata di Verissimo di sabato 3 ottobre. Il giornalista e conduttore ha raccontato a Silvia Toffanin di essere risultato positivo al Covid-19. Ha vissuto un calvario lungo 40 giorni, durante i quali è stato ricoverato in rianimazione: “Potevo muovere solo gli occhi. Ero a un passo dalla fine”.
A cura di Daniela Seclì
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Roberto Giacobbo è tra gli ospiti della puntata di Verissimo in onda sabato 3 ottobre. Il conduttore e giornalista ha confidato di essere tra gli italiani che hanno lottato contro il Covid-19. Anche lui, infatti, è risultato positivo e il cammino verso la guarigione non è stato affatto facile. A un certo punto ha temuto di non farcela.

Roberto Giacobbo è stato in rianimazione per il Covid-19

Nel salottino di Silvia Toffanin, Roberto Giacobbo ha spiegato di essere stato ricoverato in rianimazione. Purtroppo, inizialmente il conduttore ha frainteso i sintomi del Covid-19. Aveva la laringite e pensava che la febbre alta dipendesse da quello. Dunque, ha aspettato troppo per rivolgersi ai medici e di conseguenza il suo percorso è stato in salita: Sono stato in rianimazione. Avevo confuso i sintomi e sono arrivato all’ultimo stadio. Ho affidato il mio corpo completamente nelle mani dei medici. Potevo muovere solo gli occhi. Ero a un passo dalla fine. Quindi ha raccontato:

 “È successo il 5 marzo. Qualcuno mi ha trasmesso il virus, probabilmente mentre ero al supermercato. Purtroppo, una laringite ha falsificato i sintomi. La tosse era grassa, che era il contrario della tosse secca che hanno i malati di Covid. Avevo la febbre alta, non stavo bene. Ho comprato un pulsometro per misurare l’ossigenazione del sangue. Una mattina ho sentito una maggiore difficoltà nel respiro e dopo poche ore l’ossigenazione era crollata. Sono corso in ospedale”.

Roberto Giacobbo ha temuto di morire

Roberto Giacobbo ha temuto di non riuscire a vincere questa battaglia. Il ricovero in ospedale è durato quaranta giorni carichi di sofferenza e timore. Quando i medici gli hanno tolto la fede che portava al dito, il cinquantottenne ha iniziato a credere che quell'anello sarebbe stato tutto ciò che sarebbe rimasto alla sua famiglia di lui: “Mi hanno tolto tutto, anche la fede nunziale. Ho pensato che sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbero avuto le mie figlie e mia moglie. Non avrebbero potuto piangere neanche il corpo.

Il ricordo di un paziente deceduto

Giacobbo ha inoltre ricordato l'incontro con un altro paziente più grave che era insieme a lui in ospedale: "Riccardino è arrivato già intubato, non ho mai potuto parlargli. Era più giovane di me, un bellissimo uomo. Non conosco i suoi parenti, sono stato la persona più vicina lui nei suoi ultimi dieci giorni di vita. Vorrei parlare con i suoi parenti e dire loro che non ha sofferto e che è stato curato ogni ora. Non era un signore anziano con altre patologie".

Giacobbo ha contagiato la moglie e le tre figlie

Il conduttore, vivendo a stretto contatto con la famiglia prima del ricovero, ha contagiato anche i suoi cari. In particolare, sono risultate positive al tampone sia la moglie che le tre figlie“Ho attaccato il virus a mia moglie – la più grave anche se non è stata ricoverata – e alle tre mie figlie: la più piccola asintomatica, la seconda con la mancanza di gusto e olfatto, la più grande con febbre alta per tre giorni”. Finalmente, l'incubo è finito e Roberto Giacobbo ha ammesso che ora dà importanza anche a un gesto che sembra scontato come un respiro: “Adesso tutto è più bello, sono felice. Ogni respiro è più bello”.

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