Roberto Ferri, quel cattivo esempio di ‘Un posto al sole’ che non riusciamo ad odiare
Il mondo della serialità televisiva ha conosciuto tantissimi cattivi interessanti e più sono spietati, più restano nell'immaginario collettivo. È il fascino del male, di chi esce fuori dai binari e rompe le regole utilizzando ogni mezzo scomodo per avere la meglio. Lo spettatore ama questo genere di cose, in pratica è come in amore, semplificando all'estremo: più te ne combina e tanto più stai male per lui/lei, più lo/la ami alla follia. Ed è forse per questo principio illogico che non riusciamo proprio ad odiare Roberto Ferri, il cattivo residente di "Un posto al sole". Dal 2001 ad oggi ne ha combinate di tutti i colori: ha commesso omicidi, ha distrutto quel che restava della famiglia Palladini, ha rovinato la vita di diverse donne, tra cui quella di Marina con cui ha intrattenuto una relazione prima idilliaca poi torbida poi ancora stupenda poi di nuovo squallida. Negli anni l'ha maltrattata, è andata a letto con sua figlia (vi ricordate di Elena, vero?), l'ha sfruttata ed usata a suo modo e piacere, illudendola e lasciandole credere che alla fine di tutto, avrebbe amato soltanto lei.
Posto questo, perché ora che Roberto Ferri se la sta passando così male, non riusciamo davvero ad odiarlo? Forse perché il Roberto Ferri di oggi è un uomo completamente diverso da quello che è stato nel corso degli ultimi 15 anni di "soap". Oggi Roberto è un uomo solo e nella sua solitudine, è riuscito ancora una volta a sfruttare Marina. Le fa credere ancora una volta di amarla, quando in realtà rivuole soltanto il suo posto ai cantieri. Come se non bastasse, inizia a vedere Miriam, la babysitter della figlia di Filippo. Nasce una liason al veleno, la ragazza è giovane ed inesperta e l'amore, si sa, gioca i grandi classici brutti scherzi. Così Miriam si fa assumere nel cantiere dove lavora Ferri per tenerlo sotto controllo, solo che Marina scopre tutto e gliela fa pagare nel modo peggiore possibile: lo incastra approfittando a sua volta dell'inesperienza e della cieca rabbia della giovane, che inscena la sua morte. Tutte le prove e gli indizi portano a Roberto Ferri.
Così stiamo assistendo al secondo calvario giudiziario del personaggio interpretato da un Riccardo Polizzy Carbonelli sempre più epico. Stavolta è andato in carcere da "incastrato" ma, dopo lo sciopero della fame che lo ha ridotto in fin di vita, il giudice gli concede i domiciliari. Provato per la protesta messa in atto, le condizioni di Roberto peggiorano: "Papà ce la farà, come sempre" – dice il figlio Sandro. Siamo in un momento storico in cui le parti sono al rovescio: Marina si sente in colpa, è lei la cattiva, ma a ben vedere è sempre stata l'indole menzognera, ambiziosa e calcolatrice di Roberto a portarlo esattamente nel punto in cui è adesso. È il karma, bellezza. Nonostante questo, il pubblico a casa non riesce a godere dei suoi guai. È un amore/odio. Un cattivo ragazzo che un attimo prima lo maledici e il successivo lo accarezzi. Come la rana e lo scorpione, anche Marina ha continuato a dare nuove opportunità al suo Roberto. Qualcosa mi dice che ce ne saranno altre e, per questo, saremo tutti felici. Lunga vita ai cattivi.