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Rita Pavone: “Lo speciale su Woodstock è stato un flop, ero condannata già prima di partire”

Rita Pavone commenta con tranquillità il risultato dello speciale su Woodstock andato in onda il 25 giugno su Rai2. “È stato un flop, mi spiace per la rete” ammette la cantante che però sostiene di essere partita già gravata sa una serie di pregiudizi: “Ancor prima di partire ero già stata condannata a morte dai social”.
A cura di Stefania Rocco
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Rita Pavone commenta sul Fatto Quotidiano il risultato dello speciale per i 50 anni di Woodstock trasmesso in prima serata da Rai2 il 25 giugno. Il programma ha totalizzato appena 355.000 spettatori con il 2.4% di share, un risultato non entusiasmante che la cantante commenta così: “Sì, è stato un flop, ma non me la prendo”. Tra le criticità di fondo ci sarebbe stata l’eccessiva lunghezza della trasmissione, un taglio che avrebbe contribuito in negativo al risultato finale:

Un po’ mi dispiace, più che altro per Rai2. Non credevo di ottenere grandi risultati con questo programma, anche perché la trasmissione è durata quattro ore. Soltanto per Sanremo si può sopportare una durata così lunga. Può darsi che il pubblico non abbia apprezzato la confezione con così tanti filmati, eppure la qualità è stata ottima. Non mi pento di aver accettare di fare un programma per il quale mi sentivo adatta. Anzi, così ho potuto dimostrare a tutti i miei detrattori che canto ancora, che il mio mondo non si ferma agli anni Sessanta, che ho un eloquio tranquillo. Sono tranquilla lo stesso. Se credono di avermi ferita, sbagliano. Ne ho passate di cotte e di crude, ormai ho un guscio impenetrabile. E poi, come ho scritto sui social, il pregiudizio è il bullismo della mente.

Il peso dei social network

Ancor prima di partire ero già stata condannata a morte dai social” sostiene la Pavone riferendosi alle critiche che le sono state mosse sui social durante la messa in onda, ancor prima che i dati Auditel sancissero la mancata preferenza espressa dagli spettatori: “I commenti erano negativi ancor prima di sapere cosa io avrei fatto. Questa è una forma di bullismo. Esistono varie tipologie di bullismo: quello di chi ti picchia, quello di chi ti insulta, e quello di chi ti giudica che andrà malissimo, che tu non vai bene, che sei sbagliata. Io me ne sono fregata e mi sono divertita comunque”.

Il rammarico di non avere lavorato di più

La carriera iniziata quando era giovanissima non ha permesso alla Pavone di fare ciò che avrebbe sperato, non negli ultimi anni. Un rammarico cui l’artista dà voce: “Avrei voluto lavorare di più, certo. Sia nella musica che altrove. Sa, io ho iniziato a 17 anni la mia carriera. Oggi credo di potermi esprimere in tante forme: l’ho dimostrato con i miei dischi, l’ho dimostrato ieri sera”.

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