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Rita, l’ex moglie di Schillaci non cede allo sfratto: “Non avrete mai la mia casa”

L’ex moglie di Schillaci torna da Barbara D’Urso e rivolge il suo appello: “Non uscirò mai da casa mia. Chiunque compri la mia cosa, poi se la vedrà con me”.
A cura di G.D.
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Da Barbara D'Urso si è tornato a parlare del caso di Rita Bonaccorso, ex moglie di Toto Schillaci, che si è vista notificare un avviso di sfratto. Dovrà lasciare la casa dove vive da vent'anni con sua figlia Jessica, nata dalla relazione con l'ex calciatore di Juventus e Inter, e dovrà farlo entro il 21 gennaio 2016. Oltre quella data verrà praticato lo sfratto. Sono tante le sentenze contro la donna, sono tanti i creditori al punto che la sua abitazione è stata messa all'asta. Lei promette battaglia:

Non uscirò mai da casa mia. Mi aiutano i vicini, che non mi stanno lasciando sola. Mi portano da mangiare e mi sostengono. Jessica? È innamorata di suo padre Totò, io per lui provo affetto ma adesso io ho la mia vita e lui la sua. Non ho fatto nulla, quindi non andrò mai via da casa mia. Chiunque comprerà la mia casa, dovrà vedersela prima con me.

Rita Bonaccorso ha anche scritto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ma senza successo. Dagli studi di Barbara D'Urso arriva l'appello affinché si possa posticipare il provvedimento definitivo che sarà presto ratificato dall'ufficiale giudiziario. Seguiranno aggiornamenti sul caso, come ha ricordato Barbara D'Urso sul finale del servizio.

L'ex moglie di Schillaci e il tentato suicidio

Rita era stata già ospite di Barbara D'Urso quando racconto di aver passato un terribile momento e di essere arrivata a pensare addirittura al suicidio.

Nel 1992 mi lascio con Totò e una mia amica gioielliera mi chiede di fare pubblicità per lei, per attirare calciatori come clienti. Quindi subisce una rapina e viene dichiarata fallita. Nel 1996 una sentenza del Tribunale di Torino dice che sono socia apparente e mi estende il fallimento. Io però non ero socia, le ho solo fatto un po' di pubblicità, ho partecipato a una fiera con lei, l'ho aiutata a scegliere dei gioielli. Io facevo la casalinga, tant'è che ho sempre percepito gli alimenti da Totò. Sono stata assolta, ma vogliono sequestrarmi comunque la casa. C'è stato un errore di giudizio, io vengo dichiarata fallita per la pubblicità sui giornali. E ora mi vogliono togliere la casa.

Alla base della querelle ci sarebbe dunque un errore giudiziario: non essendo socia, sostiene la Bonaccorso, non può essere dichiarata fallita e pertanto le autorità non avrebbero alcun diritto a privarla dei suoi beni.

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