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Rita Dalla Chiesa difende la Sardegna: “Basta attacchi, l’avete infettata voi andandoci in vacanza”

La conduttrice si schiera a difesa della regione, finita negli ultimi giorni al centro dell’attenzione mediatica perché sorvegliata speciale del governo in seguito a un preoccupante incremento dei casi di positività al Covid: “Siete andati tutti lì in vacanza perché sapevate che era uscita “pulita” – scrive Dalla Chiesa – e con la vostra incoscienza l’avete infettata”.
A cura di Andrea Parrella
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Da alcuni giorni la Sardegna è diventata nuova sorvegliata speciale per la situazione Covid. I diversi casi di contagio riscontrati sull'isola, anomali rispetto alla media, hanno fatto sì che l'attenzione pubblica nazionale si concentrasse proprio su una regione che  per tanti italiani è diventata, nel corso dei decenni, sinonimo di vacanza estiva.

Il tweet di Rita Dalla Chiesa

Proprio su questo punto argomenta Rita Dalla Chiesa, celebre volto televisivo che nelle ultime ore si è schierata in difesa della Sardegna e dei sardi, rispetto a quella specie di gogna pubblica che in questi ultimi giorni sembra avere la meglio sulla narrazione che si fa della Sardegna rispetto al Covid: "Basta aggredire la Sardegna – ha scritto su Twitter Rita Dall Chiesa – Siete andati tutti li’ in vacanza perché’ sapevate che era uscita “pulita” dal #Covid". Quindi ha aggiunto:

E voi, con la vostra incoscienza, l’avete infettata. Siete voi gli unici colpevoli. Se l’aveste rispettata la gente avrebbe potuto continuare a lavorare…

Le parole del governatore della Sardegna: "Non è un'isola di untori"

Le parole della conduttrice Tv, da due stagioni opinionista fissa del programma di Marco Liorni Italia Sì, fanno seguito a quelle pronunciate nei giorni scorsi dal governatore della Sardegna, Salinas, che si era opposto al racconto della regione come di un'isola degli untori, sottolineando come alcuni mesi fa, alla proposta della stessa regione di adottare per i turisti una sorta di “passaporto sanitario”, così da poter tracciare meglio il contagio, la risposta dell'opinione pubblica fu feroce: “Ci fu allora una strumentalizzazione violenta di questa proposta. Chiedere ai passeggeri di presentare oltre alla carta di imbarco un certificato che attestasse la negatività significava e significa evitare che il virus torni a circolare o che ci sia una recrudescenza. Era una proposta di buon senso che abbiamo sostenuto con forza allora e che ripetiamo oggi che il governo ha mutato orientamento e sta adottando un modello simile per chi arriva in Italia dai Paesi a rischio”.

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